L’esordio di Drusilla Foer a Sanremo e la gag con Amadeus: “Mi chiami il direttore artistico” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-03

La terza serata del Festival di Sanremo è quella di Drusilla Foer: è lei la co-conduttrice di Amadeus sul palco dell’Ariston

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“Lei non è informato, sono venuta a Sanremo per cantare. Cosa dovrei fare come sua compagna? Dovrei co-presentare con lei per tutta la sera? Ma lei è pazzo. Se lo sapevo mi mettevo qualcosa di scosciato”. L’esordio di Drusilla Foer al Festival di Sanremo come co-conduttrice di Amadeus è irriverente e brillante come suo solito: la terza “spalla” appare disinvolta e a suo agio, scherza con il direttore artistico fingendo di sminuirlo e non sapere chi sia, e poi annuncia il cantante successivo: Massimo Ranieri. Nel pomeriggio aveva parlato di una futura conduzione tutta al femminile sul palco dell’Ariston: “Sarebbe ganzo, sarebbe molto carino. Ma non solo a Sanremo, anche in altri campi: io vorrei anche un Papa donna. A patto che la scelta cada su persone capaci. Io sono per la meritocrazia”.

L’esordio di Drusilla Foer a Sanremo e la gag con Amadeus: “Mi chiami il direttore artistico”

Fin da quando era stata annunciata come co-conduttrice della terza serata, intorno a Drusilla Foer si sono sollevate diverse polemiche: “So di essere un personaggio poco tranquillizzante – aveva detto – perché ho avuto a che fare coi diritti Lgbtq, con la meritocrazia per le donne, il bullismo: fra queste cosine che mi piastrellano come mattonelle del bagno, se qualcuno trova uno spunto di riflessione, se posso essere portabandiera di qualcosa, sono contenta”. E poi la “bordata” ai bigotti che l’hanno criticata a prescindere: “Incasellare ciò che vediamo ci dà la sensazione di avere tutto sotto controllo. Se fossi stata una drag queen sarebbe stato più semplice: finché si vede un’estremizzazione, riusciamo a prendere le distanze, mentre per certe persone un’interpretazione è meno comprensibile. Ma io tendo a pensare che un artista prima lo si ascolta, poi si esprime un’opinione”. Una frecciata non tanto velata a chi non ha potuto fare a meno di inserirsi nella polemica di genere: lo aveva fatto – ovviamente – il senatore della Lega Simone Pillon, che dopo l’annuncio di Amadeus scrisse su Facebook: “Com’era ampiamente prevedibile al festival di Sanremo sempre più LGBT è stata assegnata la quota gender-inclusive già nella fase di scelta dei conduttori”. L’alter ego dell’attore Gianluca Gori aveva già attirato le critiche da parte di certa stampa di destra, con Il Tempo che aveva titolato “Un travestito tra le cinque vallette di Amadeus”, oppure Il Giornale che nel dare la notizia in prima pagina aveva criticato il Festival “politically correct” che avrebbe avuto 2quattro donne e un uomo” tra gli ospiti.

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