La fine della storia dei Dpcm: per la Consulta sono legittimi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-24

I giudici della Corte Costituzionale hanno spiegato come l’utilizzo di quello strumento normativo non violasse alcun principio e non è andato in contrasto con il ruolo del Parlamento

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Quel che si legge sui social non è sempre la verità. Per mesi abbiamo letto in giro esultanze per giudici che avevano dichiarato illegittimi i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, quelli utilizzati da Giuseppe Conte durante la prima fase della pandemia (cioè quella durante la quale era lui a capo del governo). Nella abbiamo lette di tutte, ma oggi arriva la sentenza della Corte Costituzionale che mette la parola fine su questa vicenda: i dpcm Conte erano (e sono) legittimi.

Dpcm Conte legittimi, la sentenza definitiva della Corte Costituzionale

Il concetto alla base del pronunciamento della Consulta (di cui è stata pubblicata una sintesi, in attesa del testo della sentenza che sarà pubblicato nelle prossime settimane) fa riferimento a due concetti base dell’ordinamento giuridico e del ruolo di chi è chiamato a governare un Paese: la differenza tra funzione legislativa (che spetta al Parlamento) e funzione amministrativa (ruolo del governo e di chi lo guida). Il caso era nato dal caso di “un cittadino aveva proposto opposizione contro la sanzione amministrativa di 400 euro inflittagli per essere uscito dall’abitazione durante il lockdown dell’aprile 2020, in violazione del divieto stabilito dal Dl e poi dal Dpcm”.

Il giudice di pace di Frosinone, dopo il ricorso presentato dall’uomo, aveva dichiarato illegittimi i dpcm (e il dl) perché – secondo lui – “avrebbero delegato al Presidente del Consiglio una funzione legislativa”. Insomma, avrebbe operato oltre le proprie funzioni andando in contrasto con gli articoli 76, 77 e 78 della nostra Costituzione. Alla fine, però, secondo la Consulta la vicenda deve essere letta sotto un’altra luce:

“In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibili le censure al Dl n. 6, perché non applicabile al caso concreto. Ha poi giudicato non fondate le questioni relative al Dl n. 19, poiché al Presidente del Consiglio non è stata attribuita altro che la funzione attuativa del decreto legge, da esercitare mediante atti di natura amministrativa”.

I dpcm Conte, dunque, erano legittimi e non avevano violato alcuna norma o diritto imprescindibile inserito all’interno della Costituzione. La parola fine su una vicenda lapalissiana e paradossale.

(foto: da Instagram)

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