Diritti dei consumatori

di Tommaso Giancarli

Pubblicato il 2016-01-12

Recenti reclami dell’As.Ca.Di.Cons. (associazione casuale per i diritti dei consumatori): – Un esposto contro la morte, proprio sul fatto di morire, presentato al magistrato Vito Mannone della procura di Bitonto, il quale, per seguire l’importante questione, ha dovuto smettere di occuparsi di criminalità organizzata, violenze domestiche, estorsioni, e anche di una certa storia relativa a …

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Recenti reclami dell’As.Ca.Di.Cons. (associazione casuale per i diritti dei consumatori):
– Un esposto contro la morte, proprio sul fatto di morire, presentato al magistrato Vito Mannone della procura di Bitonto, il quale, per seguire l’importante questione, ha dovuto smettere di occuparsi di criminalità organizzata, violenze domestiche, estorsioni, e anche di una certa storia relativa a certi parenti di Vito Mannone e a una loro impresa giudicata, da alcuni, “truffaldina”;
– un esposto contro la scena del cavallo nelle sabbie mobili ne “La Storia infinita”;
– un esposto riguardo al Milan;
– un secondo esposto riguardante il Milan;
– un esposto di protesta e sensibilizzazione quanto alla scarsa attività della procura di Bitonto, la quale, stando all’esposto, perderebbe troppo tempo dietro alle rimostranze di gruppi di consumatori e non evaderebbe a tempo e modo la normale amministrazione;
– un esposto, questo sì condivisibile e giusto, contro l’utilizzo montante in lingua italiana del lemma “resilienza”, brutto e perfettamente rimpiazzabile con quattro o cinque parole nostrane assai più graziose.
schedari
Ma ora passiamo a esaminare l’archiviazione e la conservazione negli uffici preposti di questo genere di esposti (scusate la rima) e in generale di ogni materiale prodotto dalle associazioni di consumatori: questo viene infilato in appositi raccoglitori, zincatissimi e lucenti, i quali hanno la caratteristica di non poter mai più essere riaperti dopo la loro prima chiusura. Ciò esenta i magistrati dall’occuparsi mai più di simili cazzate.
Tali meravigliosi schedari venivano prodotti in origine da una ditta di Bulgarnò (FC); dopo la lite tra l’imprenditore e certi fantini dell’ippodromo di Cesena, a loro volta imparentati con degli uscieri di tribunali, l’appalto è stato revocato e ora i bellissimi attrezzi vengono acquistati, a caro prezzo, in Germania. E così vogliono difendere il Made in Italy.

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