La figuraccia di Diego Fusaro sul “Martello di Stalin”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-16

Il filosofo ha condiviso sui social un titolo utilizzato dal quotidiano La Repubblica. Peccato che si sia fermato solamente al titolo. Peccato che non conosca la storia

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Diego Fusaro è un filosofo moderno sui generis. A differenza di tutti i suoi più celebri “colleghi” (ci perdoneranno), lui si ferma all’apparenza e non approfondisce temi di cui – evidentemente – sa poco o nulla. E così, nella smania di condividere qualunque cosa sui social, il 38enne torinese inciampa fermandosi a un titolo nel tentativo di sollevare l’ennesima e inutile polemica sulla guerra in Ucraina. Perché a lui basta leggere un nome per sentenziare. Peccato che non conosca la storia di quel che legge. Peccato che sarebbe bastato leggere quell’articolo per evitare una figura barbina.

Diego Fusaro e la figuraccia social sul “Martello di Stalin”

“Un giorno Hitler, un giorno Stalin. La propaganda organizzata è sempre più ridicola”. La polemica è la solita: la critica al sistema mediatico. Lo aveva già fatto – a ripetizione – sulla pandemia Covid. E ha ricominciato con questo ritornello anche “commentando” i tragici eventi che si stanno susseguendo in queste prime tre settimane di guerra in Ucraina. E lo fa pubblicando (e non linkando, perché probabilmente non ha neanche letto quel pezzo) un articolo del quotidiano La Repubblica.

Fermandosi solamente al titolo, Diego Fusaro sostiene che ci sia la tendenza a utilizzare “nomi” passati per raccontare storie presenti. Peccato che quel “Martello di Stalin” non sia un diretto riferimento al rivoluzionario russo che prese il potere dopo la morte di Lenin, ma il nome di un’arma che venne utilizzata proprio dai militari sovietici durante la seconda guerra mondiale contro i tedeschi. Ed era tutto scritto e spiegato all’interno dell’articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica (con tanto di video) nella giornata di ieri, martedì 15 marzo. E sarebbe bastata anche una rapida ricerca su un qualsiasi motore di ricerca per capire l’argomento alla base di quel filmato e di quell’articolo. Infatti, anche sul web sono riportate delle immagini “da museo” di quell’obice da 203 millimetri utilizzato dai sovietici nell’assalto a Berlino avvenuto tra i mesi di aprile e maggio del 1945 e che rappresentò l’ultimo grande micro-conflitto (rispetto alla portata globale) della seconda guerra mondiale. Non è filosofia. È storia.

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