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“Grazie anche a chi mi ha deriso e ostacolato”: la madre abbraccia il figlio sordo laureato | VIDEO
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-07-27
Matteo, sordo da quando aveva tre anni, si laurea in Giurisprudenza all’Università di Teramo e nei ringraziamenti della tesi cita chi lo ha deriso
“Un sentito grazie va a me stesso per tutti i sacrifici svolti per arrivare a questo traguardo importante, ma anche a chi mi ha deriso e ostacolato, compresi i rappresentanti delle istituzioni, perché il vostro denigrarmi mi ha dato la possibilità e la capacità di trasformare la rabbia in opportunità di coraggio, prima ai miei genitori e poi a me, e tutto ciò mi ha permesso di raggiungere obiettivi assolutamente eccellenti”: Matteo è uno studente 24enne, sordo da quando aveva 3 anni, e nei ringraziamenti della sua tesi (intitolata “Il phishing: profili informatico-giuridici”) celebra uno dei traguardi più importanti della sua vita, la laurea in Legge appena conseguita all’Università di Teramo, senza dimenticarsi delle enormi difficoltà incontrate lungo il percorso. “Un grazie speciale, soprattutto – aggiunge Matteo – al mio orecchio bionico, ai miei impianti cocleari, che sono la cosa più preziosa che indosso”.
“Grazie anche a chi mi ha deriso e ostacolato”: la dedica dello studente sordo laureato in Legge
Sua madre lo ha omaggiato in un lungo post con queste parole: “Oggi è un giorno speciale, il giorno della vittoria, il giorno della rivincita, il giorno della dimostrazione che tutto è possibile, che non esiste limite, anche se oggettivo, che possa ostacolare e bloccare il raggiungimento di un obiettivo, e che obiettivo!”. “Ho avuto ragione a credere in te – prosegue – a credere nelle tue immense potenzialità, a credere nella tua caparbietà, nella tua cocciutaggine, nella tua intelligenza. Ho avuto tanti problemi nel far capire che bisognava guardare la luna, non il dito, che bisognava evidenziare le potenzialità e attuare strategie per il raggiungimento di ‘obiettivi normali’, non minimi”. “Volevo che i mezzi che lo Stato offre per questi ragazzi – conclude la donna – venissero convogliati per sopperire a quelle difficoltà oggettive che si hanno per fare lo stesso programma scolastico della classe, altro che obiettivi minimi! Anche se era difficile, infatti mio figlio era indietro, indietro, indietro, non era impossibile. Io ci ho creduto”.