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DDL Cirinnà, come si voterà al Senato
neXtQuotidiano 02/02/2016
I conti di favorevoli e contrari. La maggioranza ampia per le pregiudiziali di costituzionalità e quella più risicata per la Stepchild Adoption. E i rischi del voto segreto
Il Corriere della Sera riepiloga oggi in due infografiche come dovrebbero andare le votazioni del DDL Cirinnà in Senato. Oggi pomeriggio nell’Aula del Senatosi parte con i due voti palesi sulle otto pregiudiziali di costituzionalità e sulle tre sospensive.
Il fronte che punta a dichiarare incostituzionale l’intera legge Cirinnà è composto da Sacconi (Ncd), Gasparri (FI), Giovanardi, Quagliariello, Compagna e Augello (Idea), Bonfrisco (Cor), Stefani (Lega): tutti insieme dovrebbero essere 103 i voti raccolti da chi vorrebbe affossare la legge al primo colpo. Molti meno rispetto ai 112 attesi dal Pd (compatto a questa prima prova) ai quali si aggiungerebbero i 35 dei grillini, i 26 del Misto-Sel, i 20 delle Autonomie e, magari, i 19 dei verdiniani di Ala e i filogovernativi di Gal.
Dopo le due votazioni di oggi, ci sarà un lunga discussione generale senza votazioni che si protrarrà fino a martedì 9 febbraio. Il punto dirimente sarà la Stepchild Adoption, sulla quale invece la maggioranza è più risicata visto che ALA è contata all’opposizione. Ma la maggioranza, senza franchi tiratori, ci sarebbe comunque: 166 senatori sulla carta assicurano la maggioranza assoluta rispetto al totale di 321.
Ed è qui che potrebbe nascondersi la trappola:
Ci sono 27 senatori cattolici del Pd contrari alla stepchild adoption che faranno votare a scrutinio segreto un loro emendamento sull’affido rafforzato: «Sono almeno 40 i senatori dem su questa linea ed è molto interessante la posizione di Buttiglione che ora, per la prima volta, annuncia un voto favorevole se si arriva allo stralcio dell’articolo 5. Ecco, senza la stepchild adoption ci sarebbe una larga maggioranza per una legge che ci chiede l’Europa», dice la senatrice dem Rosa Maria Di Giorgi, renziana della prima ora. Sono stati presentati due emendamenti che potrebbero far scoppiare la pace dentro il Pd: il primo, firmato dai senatori Pagliari, Corsini, Chiti, Cociancich e altri, prevede un preaffido di due anni dopo una convivenza di almeno tre, con un autodichiarazione per atto notorio che escluda il ricorso a forme di procreazione vietate; il secondo, di Beppe Lumia, parla di un periodo di osservazione di due anni in cui il giudice vigila sul bambino adottato dal partner del genitore biologico. Però il punto di caduta, confessano molti senatori, «deve essere ancora scritto». E poi i 35 grillini, che dovrebbero compensare i 32 alfaniani, ancora non hanno anticipato il loro comportamento in Aula.
Insomma, l’unico modo per assicurare un percorso liscio al Senato sarebbe cancellare dalla legge la Stepchild Adoption e rinviarla sine die (questo significa rimandare a un’altra legge la normativa: rinviare oggi per approvare con calma, ovvero mai visto che i riflettori si spegnerebbero e i giochi politici l’avrebbero finalmente vinta). Ma questo, per Matteo Renzi, significherebbe dover ammettere di aver mentito a Letizia e Teresa:
Una sconfitta politica.