Rassegna Stampa
Cosa c'è dietro la rapina a Insigne
neXtQuotidiano 29/02/2016
Il Corriere della Sera, le aggressioni a catena e lo spettro dei ricatti ai giocatori e alla società
Marco Demarco sul Corriere della Sera oggi adombra un’ipotesi di complotto dietro la rapina subita da Lorenzo Insigne, giocatore del Napoli che sabato sera poco prima di mezzanotte, mentre era in auto con la moglie Jenny e una coppia di amici in viale Gramsci, una delle più importanti strade di Mergellina, è stato affiancato da due persone con uno scooter Aprilia che hanno tirato fuori una pistola e gli hanno portato via un Rolex, due bracciali di diamanti e 800 euro in contanti, chiedendogli anche di dedicare loro un eventuale goal nella partita di stasera contro la Fiorentina. Secondo Demarco dietro la rapina c’è una strategia. Ovvero quella di dimostrare la scarsa sicurezza della città nonostante il dispiegamento di forze in quartieri a rischio:
Se ne può dedurre che con molta probabilità la rapina sia stata commissionata per ottenere molto più del Rolex e dei braccialetti con diamanti della moglie del calciatore. Qualcosa che ora è difficile sapere. Ma che dal punto di vista dei boss, potrebbe valere, in prospettiva, molto più degli alti costi immediati. Magari — perché no? — addirittura la ritirata dell’esercito da quartieri come Forcella o la Sanità, dove la presenza delle divise, da alcune settimane a questa parte, di sicuro non gioca a vantaggio degli affari delle bande. Se non riescono a evitare rapine come queste, a cosa servono i militari, i pattugliamenti e i posti di blocco? Il ragionamento è fin troppo facile, come si vede. E non a caso sui social qualcuno lo sta già facendo. Ma questa è solo un’ipotesi tra le tante.
Che dietro rapine così clamorose ci sia invece sempre dell’altro lo confermano i molti precedenti. Negli anni passati — dal 2011 in poi — al termine di una lunga catena di aggressioni ai danni di Cavani, Hamsik, Lavezzi e altri campioni, fu proprio uno di loro, Behrami, a spiegare l’arcano durante il processo ai rapinatori. Venne fuori che il vero obiettivo era punire i giocatori perché si rifiutavano di partecipare alle feste organizzate dalla camorra. Ci sono ora nuovi ricatti in corso? Si vedrà.
Imarisio spiega che un’altra ipotesi di complotto sarebbe quella del ricatto alla società o ai giocatori:
E non rassicurano i fischi e gli insulti alla società partiti dalla curva Sud dopo la partita con il Villarreal, quella finita con un insufficiente pareggio. Ma se è così, se davvero dovessero esserci nuove pressioni, vorrebbe dire anche che c’è chi non ha alcuna intenzione di cedere. E questa è una buona notizia. Al tempo di Maradona, di cui proprio in questi giorni è iniziato il recupero di un gigantesco murales nei Quartieri spagnoli, non c’erano rapine e aggressioni, e terzini e attaccanti potevano circolare liberamente tra ali di folla plaudente. Ma qual è una delle foto più famose di Maradona? Purtroppo per lui è quella in cui Diego, in una casa di Forcella, sorride insieme con alcuni componenti del clan Giugliano. È in una vasca da bagno a forma di conchiglia, ed è finito lì dentro nel vivo di un allegro festeggiamento a base di champagne.