Coronavirus: in Spagna morti record

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-25

Nelle ultime 24 ore si sono registrati 738 decessi in seguito al coronavirus SARS-COV-2 e a COVID-19. Si tratta dell’aumento maggiore registrato in Spagna dall’inizio della crisi. Il numero dei morti supera quello della Cina

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Il ministero della Sanità spagnolo ha confermato che nelle ultime 24 ore si sono registrati 738 decessi in seguito al coronavirus SARS-COV-2 e a COVID-19. Si tratta dell’aumento maggiore registrato in Spagna dall’inizio della crisi. I casi confermati nel Paese salgono oggi ad un totale di 47.610, con 7.937 nuovi contagi. Il numero delle vittime arriva così a 3.434. Lo riferisce l’agenzia Efe.

Coronavirus: in Spagna morti record

Le persone ricoverate in ospedale sono quasi 27mila e di queste 3.166 sono in terapia intensiva. A Madrid i casi sono saliti a 14.597 (+2.245), con 1.825 decessi finora. Molto forte l’incremento in Catalogna con 2.073 nuovi casi, a un totale di 9.937, con 516 decessi. Per numero complessivo di decessi anche la Spagna, come l’Italia, ha superato la Cina. La municipalità di Madrid, dove c’è almeno un focolaio, ha registrato 290 morti nelle ultime 24 ore, che porta la cifra totale di 1.825 deceduti nell’area della capitale spagnola dall’inizio dell’epidemia, il 53,15% del totale delle vittime in Spagna. Il ministro degli Interni Fernando Grande Markaska ha dichiarato che “è prematuro formulare uno scenario” per anticipare la possibile evoluzione della crisi. Il governo auspica tuttavia che entro il fine settimana potranno iniziare a manifestarsi gli effetti positivi dell’isolamento.

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La crescita dei morti di Italia, Spagna e Cina a confronto (Financial Times)

Intanto il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco ha chiesto lo stop delle navi dalla Spagna: “È tuttora rimasto in piedi il collegamento con Barcellona, della Grimaldi, e oggi arrivano 76 passeggeri dalla Spagna, tutti italiani. E’ opportuno che questa cosa cessi. L’ho chiesto al ministro, il comandante del porto le ha scritto”. Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha scritto su Twitter: “Credo nella Spagna e nel suo futuro promettente. E credo nel futuro promettente dell’Europa Se stiamo insieme e ci prendiamo cura gli uni degli altri, usciremo tutti da questa situazione ancora più forti e uniti che mai”. Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha scritto a Michel che tra i ministri finanziari dell’area euro c’è un largo consenso sul fatto che ‘risorse significative del Mes dovrebbe contribuire alla nostra risposta coordinata, c’è disponibilità a utilizzarlo, se necessario, in modo coerente con la natura esterna e simmetrica dello choc covid-19’ all’interno del quadro del Trattato Mes che prevede l’attuale linea di credito rafforzata.

La Spagna, il MES e l’UE

Ma si tratta di una risposta diplomatica che nasconde una verità impietosa: Italia, Spagna, gli altri Paesi del fronte del Sud appoggiati anche dalla Francia si sono opposti fin dall’inizio alla classica condizionalità dei prestiti Mes (seguendo il modello Grecia, in sostanza) che prevede una stretta supervisione europea e nessuna mutualità. E Centeno non parla del Coronabond chiesto anche da Conte nella lettera a Michel limitandosi a indicare, nel solito linguaggio vellutato e indefinito delle comunicazioni di questo tipo, che il sostegno del Mes ‘sarebbe un importante e rapido primo passo fondato sugli strumenti attuali: l’Eurogruppo continuerà a lavorare su soluzioni appropriate per fronteggiare la crisi e per preparare la ripresa economica anche attraverso il Mes e la Bei’. In attesa anche di ‘ulteriori proposte della Commissione, basate sulle risorse di bilancio UE, compresa potenzialmente la creazione di nuovi strumenti, e possibilmente integrate dagli Stati membri’. Nell’ultima settima la risposta fiscale dell’Eurozona alla crisi è stata rafforzata: il totale aggregato delle misure previste dagli Stati è raddoppiato al 2% del pil, i regimi pubblici di sostegno alla liquidità per imprese e tutela dei redditi dei lavoratori superano il 13% del Pil.

Attualmente ci sono 423.121 casi confermati di coronavirus in tutto il mondo con 18.919 decessi e 108.619 guariti. Sono le cifre del monitoraggio della Johns Hopkins University. Il numero di morti in Italia (6.820) è più del doppio di quello della provincia di Hubei, Cina (3.160).

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