Cultura e scienze
Coronavirus: il rischio contagio dalla pulizia inadeguata
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-04-08
Cattive pratiche di pulizia, osserva Vickery, possono essere responsabili di contagi non spiegati. “Riteniamo che sia così – afferma – che il contagio spesso si diffonde nella comunità e anche nelle navi”. Diversi studi indicano che i virus possono sopravvivere fino a cinque giorni su metallo, vetro, carta e ceramica e nove giorni su plastica
Scuole, chiese e navi da crociera sono gli ambienti che più possono contribuire alla diffusione del Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 a causa della pulizia inadeguata poiché il virus può sopravvivere su certe superfici fino a nove giorni, di più in temperature più fredde. A lanciare l’allarme i ricercatori del Surgical Infection Research Group della Macquarie University di Sydney. Nello studio, pubblicato sul Journal of Hospital Infection, viene espressa preoccupazione sull’adeguatezza degli standard di pulizia in ambienti non ospedalieri e si sottolinea che i dati raccolti dovrebbero servire da avvertimento al personale degli ospedali perché non si trascuri la pulizia quando le unità di terapia intensiva sono sotto pressione.
Coronavirus: il rischio contagio dalla pulizia inadeguata
“Gli ospedali – scrive la responsabile della ricerca, Karen Vickery – hanno personale altamente qualificato. C’è da chiedersi se gli addetti alle pulizie nelle scuole, se il personale delle navi da crociera, hanno una adeguata preparazione. La ricerca mostra che il fondo delle sedie è una particolare area in cui i batteri o i virus restano in agguato, mentre le persone spesso le sollevano prendendole da sotto per avvicinarle alla tavola, ed è un’area spesso mancata da chi pulisce”. Cattive pratiche di pulizia, osserva Vickery, possono essere responsabili di contagi non spiegati. “Riteniamo che sia così – afferma – che il contagio spesso si diffonde nella comunità e anche nelle navi”. Diversi studi indicano che i virus possono sopravvivere fino a cinque giorni su metallo, vetro, carta e ceramica e nove giorni su plastica. È di importanza cruciale inoltre lavare le superfici con sapone prima di disinfettarle, conclude l’esperta.
Intanto un nuovo test su cui stanno lavorando i ricercatori della Central Clinical School della Monash University di Melbourne ha l’obiettivo di prevedere sia l’efficacia della risposta immunitariala e quindi la gravità dei sintomi nei pazienti dopo il contagio da Covid-19 che quale sarà l’immunità dopo una guarigione. L’esame si basa su quelli già utilizzati per l’influenza stagionale e per le allergie ed è stato ricalibrato per essere applicato specificamente al coronavirus. “La nostra ricerca – ha detto alla Tv nazionale Abc il responsabile del progetto, Menno van Zelmsi – punta all’immunità sviluppata da una persona in risposta al coronavirus. L’obiettivo è determinare quanto efficace sia la risposta immunitaria e se una persona è a rischio di sviluppare sintomi gravi”.
I ricercatori si sono concentrati su particolari cellule che hanno risposto all’infezione da Covid-19. Chiamate cellule ‘Memory B’, proteggono dal contrarre la stessa infezione una seconda volta. Per questo stanno raccogliendo campioni di cellule da pazienti di coronavirus in Italia, Cina, Usa e Australia, in particolare di persone guarite dal virus. Il test potrà essere distribuito per aiutare gli ospedali a gestire il carico di interventi nei prossimi mesi. A momento è stato testato solo in laboratorio e gli studiosi necessitano di maggiori fondi per proseguire le sperimentazioni sui pazienti. “La tempistica nei prossimi uno o due mesi è critica”, sottolinea van Zelm.