Coronavirus: il crollo dell’indice R0 e il calo del contagio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-05

Oggi l’R0 è molto vicino a 1, ci siamo quasi. Quando finirà sotto a 1, l’epidemia sarà sotto controllo. Ma bisognerà lo stesso restare per settimane in quarantena

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L’indice R0 o Erreconzero è il valore che misura la velocità di diffusione di un virus. Si chiama, spiegano all’Istituto Superiore di Sanità,“numero di riproduzione di base”. Quante persone può contagiare in media un singolo paziente? Bene, quando la crisi del Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 sembrava inarrestabile quel valore era a 3. Sembra un numero piccolo? Spiega il Messaggero: provate a partire da 1, moltiplicate per 3: 3, 9, 27, 81, 243, 729, 2.187, 6.561, 19.683, 59.049, 177.147, 531.441, 1.594.323. Rapidamente si arriva a un milione e mezzo: è la crescita esponenziale ed è quella che l’Italia ha visto, con angoscia, fino poche settimane fa. Oggi l’R0 è molto vicino a 1, ci siamo quasi. Quando finirà sotto a 1, l’epidemia sarà sotto controllo.

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L’indice R0 o Erreconzero (Il Messaggero, 5 aprile 2020)

Ma non subito: anche quando l’indice sarà sotto uno bisognerà restare due settimane in quarantena o quasi. Dell’indicatore dell’R0 ha parlato anche il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e rappresentante del comitato tecnico scientifico. Locatelli è uno scienziato sempre molto cauto che pesa con puntiglio le parole: «Ci avete già sentito parlare di R con 0 che è l’indice di contagiosità. Il valore R con 1 è stato raggiunto, ma vogliamo e dobbiamo andare oltre e ridurre ancora per portarlo sotto 1 ed avere l’evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quanto meno arrestata come incremento giornaliero». Chiaro, no? Il valore di R è attorno a 1, ma per potere pensare una graduale riapertura dobbiamo portarlo bel al di sotto, avvicinarlo decisamente allo zero. Siamo sulla buona strada, ma ci sarà ancora da sudare.

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Mascherine: chi può usarle e chi non deve usarle (La Repubblica, 5 aprile 2020)

L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, chiamato dal governatore Emiliano a mettere le briglie al virus in Puglia, spiega a La Stampa così l’aumento i nuovi contagi, 4805 contro i 4.585 del giorno prima e che segnano finalmente una inversione a U nelle terapie intensive sotto pressione da settimane, ma che questa volta vedono liberarsi 74 postazioni nell’arco di 24 ore: «Quello che stiamo vedendo è l’effetto della stretta decisa il 10 marzo dal governo, senza la quale conteremmo migliaia di morti in più, ma vedrete che i contagi inizieranno a scendere dopo Pasqua».

Resta da capire come farà a scendere la curva dei contagi se l’effetto delle misure prese dal governo si è oramai esaurito. A spiegarcelo è ancora Lopalco. «L’aumento attuale dipende dai focolai ancora accesi, nei luoghi di lavoro e nelle Rsa, dove tanti anziani fragili e operatori si sono infettati e nelle case dove il distanziamento dai positivi in quarantena risulta insufficiente. Ma sono fuochi che stiamo andando a spegnere mettendo in sicurezza le strutture assistenziali e garantendo il distanziamento per chi ancora lavora. Mentre sarà necessario isolare in residenze Covid i positivi con pochi o senza sintomi che non hanno condizioni abitative e familiari tali da poter offrire garanzie sul distanziamento».

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