Cultura e scienze
Coronavirus: la discesa dei numeri e l’allerta fino alla fine del 2020
neXtQuotidiano 08/04/2020
I nuovi “attualmente positivi” in Italia sono 880, i neocontagiati quotidiani scendono quindi sotto l’importante soglia dei mille. Calano anche i ricoveri. Ma l’alba è ancora molto lontana
numeri del Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 cominciano a far intravedere uno spiraglio di luce. I nuovi “attualmente positivi” in Italia sono 880, i neocontagiati quotidiani scendono quindi sotto l’importante soglia dei mille. Sono oltre mille in meno, tra l’altro, rispetto a lunedì scorso e, va ricordato, nella seconda metà di marzo viaggiavano al ritmo di 3600-4800 in più ogni giorno.
Coronavirus: la discesa dei numeri e l’allerta fino alla fine del 2020
Repubblica fa sapere oggi che in valore assoluto è il dato migliore dal 10 marzo, quando entravano in vigore le misure del divieto di assembramento sul territorio nazionale. Il dato in percentuale, +0,9, rappresenta poi la crescita più bassa da quando la Protezione civile mette in ordine i dati. E c’è anche altro: in cinque regioni su venti — sono Umbria, Friuli, Molise e soprattutto Lombardia ed Emilia Romagna — il numero dei malati scende proprio. Lì la discesa è iniziata davvero. E da lì si potrebbe cominciare a riaprire secondo il piano a tappe per la Fase 2 del governo Conte. L’infografica che vedete qui sopra mostra il decremento della crescita percentuale dei casi totali e il calo effettivo dei nuovi casi diagnosticati negli ultimi giorni.
Ci sono altri numeri positivi: la discesa dei ricoverati in terapia intensiva (a lungo il problema più grave) continua per il quarto giorno e ieri nelle sale di rianimazione italiane si sono liberati 106 posti occupati da malati gravi di Covid-19. Ancora, la discesa dei ricoverati con sintomi sta prendendo velocità: -258 sul giorno prima. Anche i numeri su guariti e deceduti migliorano e il direttore delle Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Giovanni Rezza, dice: «Si inizia a vedere una diminuzione di nuovi casi: dopo una fase di piatto, sembra esserci una discesa. Aspettiamo due giorni».
Ma la lotta al Coronavirus arriverà fino alla fine del 2020
Ma la lotta al Coronavirus non si fermerà con la riapertura a tappe e nemmeno con la fase 3 che il governo per adesso nemmeno vede con il binocolo. Walter Ricciardi dell’OMS, consulente del ministero della Salute per l’emergenza, spiega oggi in un’intervista a La Stampa che vivremo distanti fino alla fine dell’anno:
Da subito ha suggerito la catena di comando unica, ma non siamo invece nel caos?
«Nonostante l’handicap del federalismo l’Italia ha preso decisioni difficili. La direzione è giusta, tempi e modi un po’ rallentati».Quando partirà la fase due?
«Ci vuole prudenza».Dopo Pasqua per le imprese e da maggio per tutti?
«Per quanto riguarda me e gli altri scienziati consulenti del governo occorre più tempo. Ricordiamo che Wuhan ha riaperto dopo tre mesi. Serve la discesa dei positivi, non il rallentamento dell’aumento».
Quali i nuovi comportamenti?
«Distanziamento fisico e lavaggio delle mani fino a che non si troverà una terapia o un vaccino. Al ristorante sì, ma larghi».Quanto durerà la fase due?
«Tutto l’anno, ma speriamo in un colpo di fortuna o, meglio, della scienza».
Su quali comparti industriali potranno ripartire già il 14 aprile deciderà il governo, perché, come ha spiegato con franchezza Locatelli del CSS, si tratta di una decisione politica che avrà il supporto della scienza. Il decreto che ha ordinato la chiusura delle fabbriche, salvando dalla serrata quelle “essenziali” del codice Ateco, consente del resto al ministero dell’Economia di estendere quell’elenco, includendo i settori di impresa senza i quali nemmeno quelli indispensabili possono alla lunga funzionare. Ad esempio l’agricoltura per andare avanti ha bisogno di macchinari e della possibilità di ripararli. Per cui via libera alla produzione di macchine agricole e per l’industria alimentare. Ma anche alle attività di riparazione e manutenzione, all’utensileria ad azionamento manuale, alle attrezzature da trasporto e alla fabbricazione di prodotti cartotecnici, per fare qualche esempio.