I commenti razzisti sulla figlia di Fiona May

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-16

Qualche giorno fa Larissa Iapichino ha stabilito un nuovo record personale nel salto in lungo. Alcuni razzisti si complimentano perché è una “nuova italiana” utile. Altri dubitano sia davvero italiana perché la natura ha dato al popolo italiano un colore di pelle ben preciso. E c’è chi tira un sospiro di sollievo perché “almeno non è islamica”

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Larissa Iapichino è una figlia d’arte, suo padre è Gianni Iapichino, ex campione italiano di salto con l’asta. Sua madre è Fiona May, campionessa mondiale e atleta olimpionica per la Nazionale italiana. Dal 1994 Fiona May è italiana. Larissa invece, classe 2002, è italiana da sempre. Per quelli per cui la cittadinanza è un discorso di sangue però Larissa non è abbastanza italiana avendo uno dei genitori di origine straniera (Fiona May è nata in Regno Unito).

Quelli che si chiedono se Larissa Iapichino sia “davvero italiana”

Qualche giorno fa a Padova Larissa ha stabilito la miglior prestazione italiana allieve nel pentathlon. Saltando una misura di 6.12 nel lungo Larissa ha superato il suo record personale (5.94) ed è diventata  la 6ª allieva italiana di ogni tempo in questa specialità. Insomma la figlia di May e Iapichino sta dimostrando di avere classe da vendere e se continuerà su questa strada gli esperti scommettono che potrà diventare una grande campionessa. Per ora è presto, Larissa ha solo 15 anni e ha ancora tutto il tempo per crescere.
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Nel nostro Paese, dove il candidato alla presidenza della Regione Lombardia Attilio Fontana si improvvisa difensore della razza e dove il Segretario della Lega Nord ha più volte parlato di invasione, sostituzione etnica e della necessità “di una bella pulizia di massa, via per via, quartiere per quartiere” ad alcuni attenti osservatori non è sfuggito che Larissa Iapichino, nonostante il cognome e la nazionalità forse tanto italiana non è. Il motivo? Sempre il solito: il colore della pelle. Come se il cronometro o il metro usato per misurare la distanza del salto ne tenessero conto. Come se il colore della pelle fosse importante per stabilire qualcosa.
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Ecco che nei commenti a Repubblica spuntano, nemmeno senza troppo pudore, quello che ci tengono a ribadire che una persona nata in Italia da genitori italiani sarà italiana solo sulla carta. Siamo oltre la discussione sullo Ius Soli, perché Larissa è italiana “per sangue” come direbbero i razzisti. Ma non c’è abbastanza sangue, ad esempio, per giustificare il diritto a dirsi italiana. Non è certo un mistero che le coppie miste siano malviste dai fascisti del terzo millennio e da tutti coloro per cui la definizione minima di italiano è colui (o colei) che ha due genitori “nati in Italia da genitori a loro volta italiani”.
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Molti invero scherzano sulle argomentazioni dei razzisti del nuovo millennio. Ma c’è chi fa dannatamente sul serio: come chi spiega che “la natura ha donato al popolo italiano un suo specifico colore di pelle”. E la natura non si fa certo ingannare da un documento d’identità (né ne tiene conto a dire il vero).
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C’è chi ha letto troppo i post di Diego Fusaro e pur complimentandosi con la giovane atleta rileva che la notizia è “rovinata dallo sciacallaggio di Repubblica che la sfrutta per fare la propaganda neoliberista alla libera circolazione delle persone”.
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Altri sono portatori di un razzismo diverso. Larissa è accettata in quanto “nuova italiana” (per la verità è tutta italiana senza essere nuova) perché “fa il bene al paese”. Insomma è utile, serve, porterà medaglie, ci farà divertire. Quali sono i nuovi italiani “sbagliati”? Gli “opportunisti migranti” quelli che vengono qui per lavorare e trovare da mangiare. Quelli “portatori di cultura incivile” come l’Islam. Insomma anche per i razzisti ci sono stranieri “utili” e altri invece dannosi. I primi non danno fastidio, gli altri ci stanno antipatici non per il colore della pelle (anche se..) ma perché sono diversi da noi.

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