Claudia Cecconcello, la donna presa a calci e spinta per le scale dal vicino perché lesbica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-09

Al termine di una lite con un vicino di casa una 53enne di Alessandria, Claudia Cecconcello, ha raccontato di essere stata aggredita e spinta giù per le scale dall’uomo che le avrebbe poi gridato: “Lesbica di m….”

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Un diverbio tra vicini, diventato ben presto in una sequela di insulti omofobi fino all’aggressione fisica: questo è quanto accaduto venerdì scorso a Claudia Cecconcello, 53enne di Alessandria, secondo quanto ricostruito dall’associazione LGBTQIA+ “Tessere Le Identità” di cui la donna è socia da lungo tempo. La donna sarebbe stata picchiata con calci e pugni, poi spinta giù per le scale, da un uomo che in passato aveva apostrofato altri inquilini con epiteti omofobi. “È drammatico ricevere le foto di un’amica, socia della nostra associazione, appena ricoverata in ospedale per aggressione e lesione, avvenuta nel suo palazzo mentre rientrava a casa. La propria casa, il proprio contesto abitativo, uno dei luoghi in cui ci si dovrebbe sentire protetti” spiegano dall’associazione.

“Non so se questa persona ce l’abbia con me perché sono lesbica. Tempo fa ha insultato un altro condomino chiamandolo ‘brutto frocio di m…a’ ma ha problemi con diverse persone nel palazzo” ha raccontato Cecconcello. La donna ha riferito di aver ricevuto diversi dispetti: salviette sporche nella buca delle lettere, colla nelle serrature del garage, frasi minacciose lasciate su biglietti, gomme bucate. In ospedale le è stata medicata la ferita sulla testa con tre punti di sutura. “Per qualche giorno starò da un’amica – ha detto – ma devo comunque tornare nel mio appartamento per prendere i miei animali e alcuni effetti personali e ho paura di incontrarlo. Spero che venga fatta Giustizia e che questo incubo finisca”.

Claudia Cecconcello, la donna presa a calci e spinta per le scale dal vicino perché lesbica

“Stiamo parlando di Omotransfobia, di quella radice tossica che ancora infesta le nostre comunità, nascosta nell’intimo di molte persone, travestita dai sorrisi, dalla tolleranza e da quelle frasi che sentiamo spesso: io non ho problemi con i gay, basta che stiano al loro posto”, prosegue il post di Tessere Le Identità. ”È vergognoso – conclude l’associazione – che alla luce di questi fatti di violenza non sia ancora stata approvata una legge che protegga le persone dai crimini di odio senza che nessuno sia escluso. Ci chiediamo quante vittime dovranno essere ancora massacrate prima di ritrovarci in una società costruita sul rispetto delle diversità. Tutta l’associazione si raccoglie attorno a Claudia, nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che l’Italia si renda consapevole delle sue mancanze prima di diventare responsabile di questi fatti”. Cecconcello ha fatto sapere di volersi recare in questura il prima possibile per denunciare il suo vicino.

 

(Immagine di copertina: Facebook Rainbowfamilylove)

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