La circolare del Viminale: sì all’abbattimento dei lupi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-13

Circolare ai prefetti: creano allarme nella popolazione. Il ministro 5Stelle Costa: non cambia nulla, si valuta caso per caso

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Il ministero dell’Interno emana una circolare che sancisce, per i lupi, che ai «soggetti pericolosi» si può sparare. Il Viminale ha così fatto sua l’equiparazione dei lupi a problemi di ordine pubblico sancita dal vertice delle regioni alpine di fine gennaio (da cui si erano dissociate le regioni amministrate dal centrosinistra), organizzato dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Il Viminale scrive ai prefetti delle Province di Trento e Bolzano e al presidente della Regione Valle d’Aosta che «l’aumento della presenza di lupi» provoca «allarme nella popolazione» e causa «importanti danni economici agli allevatori».

La circolare evidenzia che “di recente, in alcune aree del territorio nazionale”, si è registrato “un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero”. Di qui “l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia”.

Le statistiche sul numero di lupi in Italia (La Repubblica, 24 maggio 2016)

Come abbiamo scritto, la polemica nasce principalmente dal fatto che dal 1971 il Canis Lupus è stato inserito nella lista delle specie “particolarmente protette” dal momento che era quasi completamente estinto nel nostro Paese. In questi quarantacinque anni molto è stato fatto – e molto è stato speso da parte di Governo e Regioni – per tutelare l’esistenza del lupo in Italia. Nonostante questo grande lavoro il lupo gode ancora di una pessima fama e soprattutto nelle regioni appenniniche, dove si concentra la maggioranza della popolazione di lupi italiani, da diverso tempo allevatori e agricoltori chiedono di intervenire per limitare il numero di lupi e denunciano aggressioni e attacchi al bestiame (mentre non sono state registrate aggressioni agli esseri umani). Alle associazioni animaliste ed alcuni politici invece il piano di abbattimento “controllato” sembra una contraddizione. Il punto è che i lupi non sono “troppi” ma che sono aumentate le situazioni di conflitto con gli esseri umani, per questo il Piano studiato dal Ministero prevede anche altre misure per la salvaguardia delle greggi e la tutela degli allevamenti: si va dai recinti elettrificati a procedure più rapide per i rimborsi agli allevatori e viene menzionata anche la lotta agli incroci tra cani e lupi. C’è da dire che molti esemplari (secondo il WWF almeno centinaio all’anno ma si tratta solo di stime) vengono già uccisi dai bracconieri. Calcolando anche le uccisioni accidentali causate dall’uomo (ad esempio i lupi vittime di incidenti stradali) gli esemplari uccisi in Italia ogni anno arrivano al 15-20% del totale. Cifre che vanno prese sulle pinze, soprattutto quelle riguardo il bracconaggio.

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