Il ceppo milanese del Coronavirus isolato al San Raffaele

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-03

il Laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Istituto del Gruppo San Donato ha isolato l’agente patogeno da due pazienti con infezione respiratoria acuta ricoverati in ospedale da sabato 29 febbraio

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Il ‘ceppo milanese’ del nuovo coronavirus è stato isolato all’Irccs ospedale San Raffaele del capoluogo lombardo. Scrive oggi l’AdnKronos che il Laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Istituto del Gruppo San Donato, diretto dal professor Massimo Clementi, ha isolato l’agente patogeno da due pazienti con infezione respiratoria acuta ricoverati in ospedale da sabato 29 febbraio. Altre cinque colture provenienti da altri pazienti sono al momento in corso e se avranno esito positivo costituiranno ulteriori campioni di virus isolato. “L’Istituto Spallanzani di Roma ha isolato il virus ‘cinese’, l’ospedale Sacco di Milano ha isolato proprio quello di pazienti dell’area di Codogno, il nostro è dell’area milanese, sempre quindi del focolaio lombardo – spiega all’AdnKronos Salute Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano – Per la ricerca è molto importante averne sempre di più. Il nostro obiettivo deve essere disporre di un numero sufficiente di coronavirus diversi per poter testare farmaci o sviluppare nuove terapie”. Il team di scienziati dell’Irccs di via Olgettina ha isolato il virus prelevato dai pazienti e lo ha trasferito in coltura. L’idea, evidenzia Clementi, “è di metterlo insieme” ai ‘cugini’ “responsabili di Sars (Sindrome respiratoria acuta grave) e Mers (Sindrome respiratoria del Medio Oriente) per saperne sempre di più. La speranza è anche che ci possa essere una sorta di biobanca di materiale biologico per chi fa ricerca, per l’industria e per gli scienziati che hanno bisogno di questo materiale”. In altre parole, precisa l’esperto, “è auspicabile che questi nostri virus isolati, come quelli che sono stati ottenuti all’ospedale Spallanzani e all’ospedale Sacco, siano gestiti in biobanche che possano fornire materiale per la ricerca, sia farmacologica sia immunologica, contribuendo cioè allo sviluppo di nuovi farmaci antivirali e nuovi vaccini”.

come l'italia ha esportato il coronavirus nel mondo
Come l’italia ha esportato il Coronavirus nel mondo (Il Giornale, 3 marzo 2020)

Il Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele ha una lunga esperienza nello studio dei coronavirus e nel 2003 ha isolato l’unico stipite italiano di Sars-Coronavirus. Ora del nuovo patogeno i ricercatori evidenziano una peculiarità: “Abbiamo visto – riferisce Clementi – che il virus Sars-CoV-2 cresce in maniera molto veloce ed efficiente in coltura”. Gli scienziati milanesi hanno potuto toccarlo con mano: “Si è sviluppato rapidamente in pochissimi giorni, da venerdì pomeriggio a ieri. Diversamente dal virus della Sars, che è più lento e richiede un maggior adattamento. Ora noi possiamo fare questi confronti con virus conosciuti”. Per il nuovo coronavirus, conclude il docente, “si tratta dell’ulteriore evidenza che si trasmette molto efficientemente anche in vitro, oltre che in vivo”. Il coronavirus è stato isolato anche dai virologi dell’ospedale regionale di Torrette. La conferma arriva dal direttore generale dell’azienda Ospedali Riuniti Ancona, Michele Caporossi, che ha spiegato che si tratta “del virus isolato dai pazienti trattati nelle Marche”. “Ora va passato al sequenziamento (l’analisi di biologia molecolare, ndr.) – ha detto ancora – per capire se si tratta di un virus autoctono o ha caratteristiche diverse da quelle del ceppo italiano già isolato”.

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