Il bimbo di un anno morto di freddo nell’indifferenza al confine tra Polonia e Bielorussia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-19

I medici della ong Polish Emergency Medical Team riferiscono di aver trovato un bambino di un anno morto di freddo e di stenti in una foresta vicino al confine – barricato da Varsavia – tra Polonia e Bielorussia

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Dopo aver visto la foto del corpo del piccolo Alan Kurdi riverso su una spiaggia in Turchia ci eravamo detti “Mai più”. Mai più l’intolleranza verso gli stranieri, i muri, i respingimenti, abbiano effetti nefasti sugli indifesi, su chi con queste dinamiche non c’entra nulla, sui bambini. Invece al confine tra Polonia e Bielorussia sta andando in scena un film già visto tante, troppe volte. E con il solito, tragico epilogo. Tra le 13 vittime che il freddo e la carenza di aiuti hanno portato in quell’accampamento di fortuna, ieri è toccato anche a un bimbo di un anno, trovato morto in una foresta vicino alle recinzioni di fortuna fatte costruire dal governo polacco.

Il bimbo di un anno morto di freddo e di stenti al confine

Secondo il Polish Emergency Medical Team, ong citata da vari media internazionali, il piccolo è stato trovato insieme ai suoi genitori, feriti e soccorsi in tempo. “Alle 2,26 del mattino – hanno spiegato i medici dell’associazione su Twitter – abbiamo ricevuto una segnalazione secondo cui almeno una persona aveva bisogno di cure mediche. Quando siamo arrivati abbiamo scoperto che c’erano tre persone ferite. Erano nella foresta da un mese e mezzo. C’era un uomo affamato e disidratato con forti dolori addominali e poi i genitori del piccolo, lui aveva una ferita al braccio e lei una coltellata alla gamba. Il loro bambino di un anno è morto nella foresta”. Esattamente un mese fa invece era stata la del diciannovenne siriano Ahmad al-Hasan, trovato morto nel fiume Bug, nella Polonia orientale. Secondo i testimoni il giovane non sapeva nuotare ed era stato costretto da un soldato bielorusso a entrare in acqua.

La crisi dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia

Almeno tredici i morti, su un gruppo che si stima tra i 3 e i 7mila richiedenti asilo che speravano di entrare in Europa ma sono stati raggirati dal regime di Lukashenko, le cui azioni sono state formalmente condannate dai ministri degli Esteri dei Paesi del G7. Varsavia ha annunciato l’arresto di un centinaio di migranti, mentre Minsk sostiene di aver sgomberato il campo al confine per trasferire tutti in una struttura ad alcune centinaia di metri di distanza. “Seguo le tragiche notizie dal confine tra Polonia e Bielorussia. È straziante vedere un bambino morire di freddo alle porte d’Europa. Lo sfruttamento dei migranti e dei richiedenti asilo deve cessare, la disumanità deve cessare”, ha dichiarato il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli. Qualcuno gli faccia notare le parole del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, che ha annunciato l’inizio dei lavori per la costruzione di un muro a dicembre: “Se non siamo in grado di gestire ora migliaia di migranti, presto ne avremo centinaia di migliaia, milioni che arrivano in Europa. Chiudere il nostro confine è nostro interesse nazionale. Ma qui è in gioco la stabilità e la sicurezza di tutta l’Unione”.

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