La migrante fa arrestare il ginecologo per violenza sessuale…e insultano lei

di dipocheparole

Pubblicato il 2017-11-02

Biagio Adile, ginecologo di 65 anni, è stato arrestato a Palermo per violenza sessuale ai danni di una migrante tunisina di 29 anni. Il direttore di Uroginecologia dell’ospedale Villa Sofia-Cervello Biagio Adile avrebbe abusato di lei durante le visite in ospedale in un paio di occasioni: nello studio medico del professionista, nel dicembre 2016, e …

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Biagio Adile, ginecologo di 65 anni, è stato arrestato a Palermo per violenza sessuale ai danni di una migrante tunisina di 29 anni. Il direttore di Uroginecologia dell’ospedale Villa Sofia-Cervello Biagio Adile avrebbe abusato di lei durante le visite in ospedale in un paio di occasioni: nello studio medico del professionista, nel dicembre 2016, e nell’ambulatorio del nosocomio. La donna era approdata in Italia dopo tredici interventi in Tunisia che non avevano risolto il suo problema e ora sembrava avere trovato la strada terapeutica giusta.
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A rivelare tutto la stessa vittima che ha registrato col telefonino le violenze durante la seconda visita e poi ha consegnato tutto alla polizia. Oggi gli agenti della Sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno eseguito il provvedimento degli arresti ai domiciliari per il noto professionista. Si indaga su altri possibili casi di abuso. Ma la parte più tragica della vicenda sono gli incredibili commenti pubblicati sulla pagina Facebook di Repubblica che ha riportato la notizia.
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C’è chi dice che “va di moda” denunciare le violenze sessuali e che lo hanno imparato anche “le extracomunitarie”, chi pensa che la donna abbia scambiato per molestia una normale visita ginecologica (e se così fosse, perché i magistrati hanno agito?”), chi dice che se la donna ha firmato lo stupro è tutto premeditato; la donna ha filmato in realtà il secondo episodio dopo essere rimasta vittima del prima: dopo il primo episodio di violenza nello studio privato, nel dicembre del 2016, il medico le avrebbe detto di fare anche un’ecografia gratuita presso un suo amico che lavorava in ospedale. La donna, sospettando che si sarebbe potuta ripetere la violenza, ha portato il cellulare per filmare la visita riprendendo così gli abusi.
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C’è chi lamenta la mancanza di particolari truculenti nella vicenda (che è stata resa nota solo da pochi minuti) e chi dice che la donna-detective non conosce la ginecologia.
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I più preoccupa(n)ti sono quelli che dicono che così è facile rovinare “un professionista” e chi è arrabbiato perché adesso alla donna daranno la cittadinanza. A questi livelli è arrivato il concetto di aprire la bocca senza sapere di che si parla in Italia.
 
 

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