Cultura e scienze

La laurea honoris causa a Gigi D’Alessio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-02

Il Conservatorio di Benevento valuta la possibilità di un riconoscimento su proposta di Mastella. Paolo Isotta dice no

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Paolo Isotta, critico musicale e musicologo, sul Fatto Quotidiano oggi critica la possibilità di una laurea honoris causa a Gigi D’Alessio “per aver portato la canzone napoletana nel mondo” valutata dal Conservatorio di Benevento dopo l’invito del sindaco Clemente Mastella.

Il direttore del Conservatorio di Benevento, che parla di “proposta pop”e di un “progetto artistico didattico in cui sarà coinvolto Gigi D’Alessio”, forse sa chi sono Bach e Beethoven; di certo non sa che cos’è la canzone napoletana. La canzone napoletana (su di essa si legga, da ultimo, il meraviglioso libro La canzone napolitana di Roberto De Simone, Einaudi, 2017) ha una storia ottocentesca quanto a compositori: fra i quali sommi come Donizetti, Mercadante e Tosti; storia che continua nel Novecento con autori meno paludati ma sovente geniali.

Sotto il profilo degli interpreti, tocca il vertice con Enrico Caruso, ch’è stato il più grande cantante di tutti i tempi; gli si affiancano dei ragazzini come Beniamino Gigli, Tito Schipa, Mario DelMonaco. Fuor del canto classico, grandissimi interpreti, dei quali il mio preferito è il raffinatissimo Gennaro Pasquariello, da Sergio Bruni a Mario Abbate ad Aurelio Fierro allo stesso Nino Taranto, l’hanno ancora onorata. Credevo, dunque, che la canzone napoletana fosse stata “portata nel mondo”da Caruso, Gigli, Schipa, Del Monaco e Pasquariello; apprendo che l’ha portata questo D’Alessio.

gigi d'alessio

A me pare che la distanza intercorrente fra Caruso e lui sia la stessa che passa tra Omero e quei dentisti o avvocati (spesso dai capelli tinti) che per egolatria pubblicano a proprie spese “poesie”(senza metro né rima, ovviamente) e le mettono nella sala d’attesa del loro studio. Ma D’Alessio, mi dicono, è popolare, richiesto, pagatissimo.

Visto che a Napoli c’è il più antico Conservatorio del mondo, suggerisco al suo direttore: invece che nominare Direttore Emerito il maestro Roberto De Simone, attribuisca la qualifica a Nino D’Angelo. Questi mi pare l’omologo di D’Alessio. Per la lectio magistralis ci si munirà di traduzione simultanea del casoriese all’italiano.

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