La bimba cinese di tre anni che torna da scuola sanguinante con la parola “vergogna” incisa sulla pelle

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-30

C’è un iscritto nel registro degli indagati, il maestro di quell’asilo del quartiere romano della Garbatella. Ma l’uomo avrebbe già chiarito la sua posizione e non sarebbe il responsabile

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Una vicenda dai contorni ancora opachi, con una sola persona iscritta nel registro degli indagati che – però – sembra essere estranea ai fatti. Fatti che risalgono allo scorso 25 novembre, quando una bambina cinese che frequenta un asilo nido nel quartiere romano della Garbatella è tornata a casa con un braccio sanguinante. Incisa (probabilmente utilizzando la punta acuminata di uno spillo) sul suo piccolo arto la scritta “Xiu” in caratteri latini. Una parola che, tradotta dal cinese, significa “vergogna”. Al momento si conoscono pochi dettagli e non sono ancora state individuate le responsabilità. Difficile, praticamente impossibile, che a incidere sulla pelle della bimba (che ha solamente tre anni) sia stato un altro piccolo.

Bambina cinese torna da scuola con inciso sul braccio “vergogna”

Come racconta Il Corriere della Sera, dopo il ricovero in ospedale con il braccio sanguinante, la ferita sul corpo della bambina cinese di soli tre anni ci ha messo circa 20 giorni per rimarginarsi. La cicatrice, però, potrebbe restare visibile a vita sulla sua pelle. L’unico iscritto nel registro degli indagati dopo la denuncia dei genitori della minore (due commercianti che hanno un negozio a Roma) è un maestro. Perché nel racconto (parziale e ritenuto non attendibile) della bimba sarebbero emerse alcune contraddizioni (naturali quando si parla di bambini in tenerissima età).

Perché proprio lei, rispondendo alle domande degli inquirenti, aveva risposto alla domanda sui chi le avesse inciso quella scritta sul braccio con il nome del maestro. Quest’ultimo, però, avrebbe già ampiamente dimostrato la sua non responsabilità su quanto accaduto, in quanto assente (quel giorno) da scuola. I contorni di tutto ciò, dunque, restano ancora molto fumosi e incerti e al momento si continua a procedere seguendo l’ipotesi di reato di “lesioni volontarie aggravate dall’odio razziale”. Probabilmente l’accusa, se saranno confermate le evidenze, non sarà rivolta a quel maestro.

(foto IPP/imagostock)

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