Perché il bacio di Paola Egonu è una lezione agli omofobi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-20

C’è chi è disgustato e chi – come la presidente della AGIL Novara – invita alla cautela e in un’intervista a Repubblica “rimprovera” la pallavolista per le uscite di queste settimane. Ma cosa ha fatto di male Paola Egonu? Ha solo dimostrato di avere il diritto di vivere una vita normale

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Ieri su Repubblica suor Giovanna Saporiti, presidente dell’AGIL Novara ha rilasciato un’intervista per parlare della “sua” Paola. Quella Paola è la pallavolista azzurra Paola Egonu. E la AGIL Novara è la squadra nata all’interno della Casa della congregazione delle Sorelle della Carità di San Vincenzo de’ Paoli (e AGIL è un acronimo che sta per Amicizia, Gioia, Impegno, Lealtà) che è gestita appunto da suore.

Paola e Kasia, due cuori per la pallavolo

Comprensibile quindi la curiosità giornalistica su cosa ne pensino i dirigenti della società delle ultime vicende personali riguardanti l’atleta della Nazionale di volley. Per i più distratti si parla del coming out e della foto, pubblicata dalla Gazzetta dello Sport, mentre bacia la sua fidanzata (e fino all’anno scorso compagna di squadra a Novara) Katarzyna “Kasia” Skorupa. Suor Giovanna avrebbe potuto semplicemente dire che lei, da presidente, si occupa solo di quello che la sua giocatrice – perché Paola Egonu è stata lanciata proprio dalla AGIL – fa in campo. Ed in effetti lo dice: «Le chiediamo solo di essere un’atleta, solo come atleta dipende da noi, per il resto è una persona libera». Il problema è che però suor Giovanna ha deciso di rilasciare anche altre ambigue dichiarazioni.

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Parlando del coming out della giocatrice la presidente della società spiega che «I giovani di oggi procedono più per esperienze che per scelte. Paola si è svelata in maniera chiara ed eloquente,
sarà lei comunque a capire negli anni, ricordiamo che ne ha solo 19. Sta provando a gestire questa situazione e certamente, forse, avrebbe dovuto essere più cauta. Ma da noi si dice “non sa ancora neanche com’è girata”, è un modo per dire che è presto per tutto». E non si capisce se suor Giovanna stia qui suggerendo che dichiararsi omosessuali a 19 anni sia una sorta di colpo di testa e che poi con l’età Paola Egonu maturerà e tornerà sulla retta via oppure se è un maldestro tentativo di difenderla dall’invadenza dei media. Leggendo il resto dell’intervista – dove suor Giovanna dice di essere «per la libertà dei figli di Dio, è necessario rispettare il modo di essere di tutti» – verrebbe da pensare alla seconda ipotesi. Però in quell’invito alla cautela, quella sorta di rimprovero (neppure troppo bonario) lascia un retrogusto amaro. Avrebbe detto lo stesso se il bacio fosse stato un bacio etero?

Quegli ambigui inviti “alla cautela” rivolti ad un’atleta omosessuale

Luisa Garribba Rizzitelli Presidente di Assist (Associazione Nazionale Atlete) ha pubblicato su Facebook un post dove parte dall’intervista a suor Giovanna per  allargare lo sguardo al modo in cui è stata trattata Paola Egonu in queste settimane: «No, non ci piacciono per niente gli inviti alla cautela e i “rimproveri” che sta subendo Paola Egonu, “rea”, secondo alcuni, di aver dato un normalissimo bacio alla sua compagna. Paola (e tutti noi) viviamo nel 2018, nel terzo millennio dove è ridicolo che qualcuno ancora si scandalizzi per una storia omosessuale». Una critica non solo all’atteggiamento della presidente della AGIL Novara ma anche a quei giornalisti  Se Paola avesse un fidanzato nessuno avrebbe chiesto al presidente della società che ne pensa di un bacio o del coming out.

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Nel 2018 però essere omosessuali non è considerato “normale” e figuriamoci allora se ad essere omosessuale è un’atleta di origine africana che per giunta è fidanzata con un’atleta polacca. D’accordo, dopo i Mondiali in Giappone Paola Egonu è diventata un personaggio. Ma lo è diventata per il suo talento e la sua bravura non perché gay. Oltre all’interesse quasi morboso dei giornali per ogni aspetto della vita della pallavolista lesbica c’è poi l’odio di tutti quelli che, ad esempio, la considerano un esempio perfetto della bieca propaganda immigrazionista e omosessualista.

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Altri invece dicono che tutta questa attenzione nei confronti della Egonu è un bell’esempio di razzismo verso le atlete italiane bianche o che giornali come Repubblica stanno continuando a perseguire l’obiettivo di inculcare nella testa dei lettori che essere omosessuali (o essere italiani e negri) è perfettamente normale. Ma non lo è, perché per ogni suor Giovanna che invita alla “cautela” una ragazza di 19 anni nella speranza che negli anni “lo capirà” ci sono decine di persone che gli omosessuali, gay o lesbiche che siano, non li possono vedere e che “certe scene” fanno anche un po’ senso. Ed è questo il motivo per cui c’è bisogno di persone facciano capire che essere omosessuali è una cosa normalissima che non ha bisogno di annunci e di riflettori e tanto meno di rimproveri. Lo dice con semplicità – osservava Candida Morvillo sul Corriere dopo che la Egonu aveva detto di aver chiamato la fidanzata dopo la sconfitta contro la Serbia- «Infatti. Lo trovo normale» è stata la risposta di Paola.

Leggi sull’argomento: Paola Egonu e i patridioti che denunciano il razzismo alla rovescia dei media

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