Aveva donato la sua dose di vaccino, oggi il sindaco è ricoverato per Covid. “Rifarei tutto, costi quel che costi”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-03

Alfredo Cesarini, primo cittadino di Santa Maria Nuova (Ancona), avrebbe potuto vaccinarsi a inizio marzo, ma aveva ceduto la sua dose. “Nessuna legge dice che sono un privilegiato, volevo mandare il messaggio che le leggi si rispettano”

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Avrebbe potuto vaccinarsi contro il Covid, invece ha rifiutato per una scelta etica e morale, e oggi si ritrova ricoverato all’ospedale Carlo Urbani di Jesi per Covid. E’ la storia di Alfredo Cesarini, sindaco di Santa Maria Nuova, piccolo borgo da 4000 abitanti in provincia di Ancona. Che, in una video-intervista a “Repubblica”, dal suo letto d’ospedale, ha raccontato la sua vicenda, assicurando: “Rifarei tutto, costi quel che costi.”

Come c’è arrivato lì lo racconta lo stesso Cesarini. Tra le tante attività del comune c’è anche la gestione della Rsa “Residena protetta”, una casa di riposo affidata a una cooperativa, su cui il sindaco esercita direttamente un controllo. Un controllo che, a causa del Covid, nell’ultimo anno è diventato impossibile esercitare per timore di creare possibili focolai. Quando, a inizio marzo, sono cominciate le vaccinazioni nella Rsa, avanzava una dose in più e in tanti hanno suggerito a Cesarini di farlo, per potergli permettere di tornare a controllare la residenza in sicurezza.

Ma Cesarini, a differenza di quello che avrebbero fatto in molti, ha detto di no, preferendo cedere la sua dose al funzionario comunale della casa di riposo. Una scelta dalla forte valenza etica e politica, come ha spiegato lo stesso Cesarini nella video-intervista.

“A marzo abbiamo vaccinato tutte le persone all’interno dell’Rsa e avanzava un vaccino. In tanti mi hanno suggerito di farlo, per permettermi di tornare nella casa di riposo a esercitare quel controllo che non riuscivamo più a fare. Io in quell’occasione mi sono consultato col funzionario detto e gli ho detto: no, non me la sento di fare il vaccino, fallo tu. Nessuna legge e nessuna disposizione dice che il sindaco debba essere una persona privilegiata. Gli ho detto: fallo tu il controllo, io me ne resto fuori, voglio dare l’esempio che le leggi vanno rispettate e io voglio essere il primo a rispettarle.”

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“Rifarei tutto, costi quel che costi”

Se chiedi a Cesarini se si sia in qualche modo pentito della scelta, il sindaco risponde senza pensarci: “Assolutamente no. Oggi rifarei tutto, costi quel che costi.” Uno straordinario esempio di senso civico da parte di un sindaco, un uomo delle istituzioni, in un Paese dominato da furberie ed egoismo. Oggi Cesarini ha voluto anche dire la sua sulla malattia che lo ha colpito, invitando tutti a non sottovalutarla e cogliendo l’occasione per ringraziare tutto il corpo del personale sanitario che lo sta curando.

“Il Covid? Questa malattia è una roulette russa. Noi siamo in sei in famiglia, di cui quattro col Covid, tutti con sintomi diversi. E’ una malattia allucinante, la vivi da solo, senza avere contatti con nessuno. Mi auguro davvero venga dato il Nobel a medici, infermieri, personale sanitario, oss, che ci vengono a svegliare alle 5 del mattino con una carezza. Solo chi lo vive dall’interno si rende conto di questa bella realtà nel mezzo di questa tragedia.”

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