Arrestato l’uomo che minacciava di iniettare veleno nelle bottiglie d’acqua nei supermercati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-09

Un 47enne di Trieste è stato arrestato per le minacce rivolte a diverse aziende alimentari di contaminare i loro prodotti con cianuro e altri veleni

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Utilizzando mail anonime, minacciava di iniettare cianuro, solfato di tallio e veleni topicidi nelle bottiglie di acqua e nei prodotti dei supermercati, chiedendo un pagamento in criptovalute: è stato arrestato grazie all’intervento della Polizia Postale un 47enne di Trieste, accusato di estorsione aggravata dal danno patrimoniale di rilevante gravità, con l’utilizzo di modalità atte a celare la propria identità e in luoghi tali da ostacolare la pubblica e privata difesa. Era anche arrivato a pubblicare video dimostrativi su come avrebbe agito, inviati direttamente alle aziende alimentari che cercava di ricattare. Il suo piano – messo in atto tra l’agosto 2021 e il maggio 2022, prevedeva anche la diffusione alla stampa dell’avvenuta contaminazione dei prodotti, così da generare panico nella popolazione e massimizzare il danno economico per le aziende.

Arrestato l’uomo che minacciava di iniettare veleno nelle bottiglie d’acqua nei supermercati

Le forze dell’ordine hanno trovato nei suoi archivi diversi video che mostravano presunti avvelenamenti, ma dalle indagini è stato appurato che nessun prodotto è stato effettivamente alterato da lui. Numerose aziende non soltanto italiane, ma anche tedesche, francesi, spagnole, svizzere e austriache, erano vittime del ricatto. Lo scambio di informazioni tra i vari Paesi ha permesso una più rapida ed efficace identificazione. L’uomo era già stato condannato in via definitiva per frode informatica ed estorsione: la polizia postale del Lazio ha eseguito una perquisizione nei suoi confronti mentre si trovava in affidamento in prova ai servizio sociali, misura scelta per lui in alternativa alla detenzione in carcere. Dall’analisi dei dispositivi che gli sono stati sequestrati è stato possibile risalire agli account utilizzati per le estorsioni: da consultazione del Sistema informativo Interforze in uso alle forze dell’ordine è stato rilevato l’inserimento di 200 casi analoghi denunciati con l’utilizzo degli stessi account.

 

(immagine di copertina: Pixabay)

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