Anja Rubik e #Sexedpl: la modella che sfida la Polonia sull’educazione sessuale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-10

Contro il governo e il partito al potere che propugna l’oscurantismo, la Rubik pubblica video e libri sull’educazione sessuale e punta alla modernizzazione del paese

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Si chiama Anja Rubik, è una delle top model più importanti della Polonia e ha deciso di sfidare il partito Legge e Giustizia di Jaroslaw Kaczynski con i suoi 14 video che spiegano ai giovani amore, sesso sicuro, contraccezione e precauzioni contro malattie veneree e il suo libro, Sexedpl, ha venduto oltre 130mila copie.

Anja Rubik e #Sexedpl: la modella che sfida la Polonia con l’educazione sessuale

Dal momento del suo arrivo al potere nel 2015, il partito Legge e Giustizia, PiS, ha spostato la Polonia verso posizioni sempre più chiuse e conservatrici. Varsavia ha scontri continui con la Ue su temi come gestione dei migranti, l’indipendenza della magistratura e anche la memoria dell’Olocausto. Dal punto di vista sociale, il PiS ha sposato le posizioni più conservatrici della Chiesa in tema di aborto, fecondazione assistita e anche sulla possibilità che le donne lavorino.

La Rubik ha dichiarato guerra al governo e le sue dichiarazioni sulla politica della sessualità sono tutte un programma:  «Ormai mancano soltanto cacce alle streghe con roghi e leggende con malvagi draghi demoniaci. Nelle scuole viene detto ai bambini che le mestruazioni sono grida lanciate dall’utero per volere di Dio, grida perché la donna non è incinta e non mette al mondo bambini, figli del signore…con questo governo anziché andare avanti nei diritti delle donne e nella gender equality stiamo regredendo al 19mo secolo e oltre indietro. E la politica governativa contro l’educazione sessuale e l’informazione dei giovani sul tema è una violazione dei diritti all’informazione garantiti dalla nostra Costituzione». Anja Rubik e le sue amiche dei movimenti femminili come Klementyna Suchanow ora vogliono organizzare workshops sull’educazione sessuale e lanciare un appello alle grandi aziende (polacche e di altri Paesi che investono in Polonia) perché sponsorizzino la campagna in nome della modernizzazione del Paese.

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