“Mio figlio Dario è morto da due mesi e non me lo fanno seppellire”: l’amaro sfogo di Andrea Romano

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-04-22

Per la prima volta, il deputato del Pd parla della morte di suo figlio. Al dolore per la perdita si unisce quello per la situazione nei cimiteri capitolini, per la quale Romano interpella in prima persona Virginia Raggi

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Il dolore più grande per un genitore: assistere alla morte del proprio figlio. Andrea Romano, deputato del Partito Democratico, lo ha vissuto sulla propria pelle due mesi fa. Non aveva reso pubblica la notizia, ma oggi ha deciso di rompere il suo silenzio. Perché al dolore della perdita si è sommato lo sdegno per la situazione nei cimiteri capitolini che – dopo oltre 60 giorni – non ha permesso a lui e alla sua famiglia di dare una degna sepoltura al suo ragazzo. Uno sfogo contro l’amministrazione capitolina – che amministra AMA (che si occupa anche dei servizi cimiteriali) – che si somma a quella di molti altri cittadini romani che attendono da mesi di dare una sepoltura ai propri cari.

Andrea Romano e lo sfogo dopo la morte del figlio

Il giovane Dario è stato spesso raccontato da Andrea Romano nei suoi articoli, ma anche a livello politico si è speso molto. Il ragazzo (24 anni), infatti, era affetto da disabilità ed era costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Insomma, una storia personale che ha portato il deputato del Pd a percorrere alcune battaglie come quella per la legge sul “Dopo di noi“.

Due mesi dopo il decesso di Dario, la sua famiglia non è ancora riuscita a seppellirlo. Una vicenda che, però, si somma a quella che molte altre famiglie romane stanno vivendo sulla loro pelle. Perché la situazione all’interno dei cimiteri capitolini è fuori controllo. Da settimane, infatti, ci sono centinai di bare in attesa di cremazione e, per questo motivo, il Cimitero Flaminio (quello di Prima Porta) – unico ad avere un forno crematorio – è al collasso. Oltre allo stato di degrado in cui si trovano molte tombe (anche a quello del Verano), la problematica è evidente.

La situazione nei cimiteri capitolini

Ama Cimiteri, la municipalizzata del Comune che gestisce i cimiteri e alcuni servizi funebri pubblici, ha spiegato che i ritardi nelle sepolture sono dovuti al forte afflusso di bare provocato dalla pandemia. Insomma, è evidente come sia mancata la programmazione nella gestione di un qualcosa – i decessi da Covid – era evidente fin dai primi mesi dell’emergenza sanitaria. Per questo motivo lo sfogo da padre di Andrea Romano può servire – seppur col dolore nel cuore – per chiedere risposte. Come evidenziato dalla manifestazione delle imprese funebri che si è tenuta la scorsa settimana a Roma.

La situazione è fuori controllo e il Comune sembra non aver trovato misure per consentire ai familiari delle vittime di poter almeno dare una degna sepoltura ai propri cari.

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