Alitalia: prima la nazionalizzazione e poi la vendita

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-24

Alitalia potrà ripartire incassando nelle prossime settimane i 400 milioni di euro stanziati dal governo, l’ennesimo prestito ponte. Alitalia dovrà poi “dimagrire” e separare le proprie attuali attività di volo, manutenzione e operazioni di terra in tre distinte entità

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Ci siamo. Anni e anni di soldi dei cittadini buttati in Alitalia per ristrutturazioni che vedevano la compagnia di bandiera tornare in crisi regolarmente dopo due anni potrebbero trovare la loro transustanziazione finale a breve con la tanto auspicata nazionalizzazione di via della Magliana.

Alitalia: prima la nazionalizzazione e poi la vendita

Il piano del governo è figlio della decisione da parte di Atlantia di tirarsi fuori dalla cordata messa su da Ferrovie dello Stato per il salvataggio, l’ennesimo di questi anni. Nonostante i mesi passati in trattative, nessun partner industriale si è presentato con un piano convincente di rilancio della compagnia: quello di Delta prevede il taglio del largo raggio per non far concorrenza alla compagnia americana, Lufthansa si è tirata indietro all’ultimo perché prima attende la ristrutturazione e il taglio degli esuberi e poi, eventualmente, farà un’offerta. E così, fa sapere oggi Repubblica, nelle prossime ore, a meno di improbabili rilanci da parte di uno dei due possibili partner industriali, la gara aperta oltre due anni fa è destinata a cambiare volto. E i tre amministratori straordinari, che fin qui non sono riusciti a “piazzare” Alitalia, potrebbero lasciare il posto a una Fase 2.

Il governo – secondo un piano anticipato il 19 novembre scorso da Repubblica – proverà ad aprire un nuovo commissariamento a tempo – tra i sei e i dodici mesi – non più mirato alla “vendita” in blocco di Alitalia come oggi, ma finalizzato alla ristrutturazione della compagnia e alla sua successiva cessione. Già nelle prossime 48 ore il ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli potrebbe chiudere con la vecchia amministrazione straordinaria. Mandando in soffitta anche l’idea del consorzio con Mef, Atlantia e Ferrovie, a favore di una nuova amministrazione straordinaria: Alitalia verrebbe affidata ad un nuovo curatore (uno solo e non tre come oggi). Allo stesso tempo verrebbe coinvolta nell’operazione di rilancio una figura manageriale di alto profilo proveniente dall’universo dell’aeronautica civile.

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Tra i papabili Michael Kraus, ex di Air Dolomiti e quindi vicino al mondo Lufthansa. Sarà una sorta di direttore generale che guiderà una società più “leggera”, sia nei posti di lavoro sia per numero di aerei.

Cosa prevede il nuovo piano per Alitalia

Alitalia potrà ripartire incassando nelle prossime settimane i 400 milioni di euro stanziati dal governo, l’ennesimo prestito ponte. Alitalia dovrà poi “dimagrire” e separare le proprie attuali attività di volo, manutenzione e operazioni di terra in tre distinte entità. Anche al ritmo di un milione al giorno di perdite, ne verrebbe garantita la sopravvivenza almeno fino al settembre del 2020, mettendo in conto anche possibili sorprese, come un rincaro record del cherosene per gli aerei.

Il boccone migliore, ovviamente, sarà rappresentato da Alitalia “volo”, la prima delle “tre” gambe del nuovo gruppo italiano, che manterrà aerei e personale navigante oltre ai dipendenti di terra necessari per l’operatività del network. La seconda azienda, invece, si occuperà delle manutenzioni in un solo polo tra Napoli (Atitech) e Roma. La terza società sarà orientata allo smaltimento bagagli e all’assistenza a terra per quella che sarà – almeno all’inizio – una Alitalia Handling.

Una volta separate le attività, il socio industriale (Delta o più probabilmente Lufthansa), rientrerebbe in corsa per rilevare uno o più rami assieme a Fs e Atlantia. Da ricordare che l’accordo che vede Alitalia membro effettivo di Sky Team (con Delta, Air France-Klm) scadrà a fine anno. Mentre la compagnia tedesca potrebbe già collaborare inserendo Alitalia nel proprio network commerciale e nell’alleanza Star Alliance (con United Airlines) a partire dal 2020.

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Alitalia, la cordata e l’offerta (Corriere della Sera, 11 novembre 2019)

Restano da risolvere i nodi relativi agli esuberi. Oggi ci sono 1.075 dipendenti in cassa integrazione. In futuro potrebbero usufruire di pensionamenti anticipati o scivoli altre 600 persone. Ma all’appello manca ancora una soluzione per gli altri posti di lavoro a rischio.

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