Alitalia: numeri per evitare lo spreco di denaro pubblico

di Andrea Giuricin

Pubblicato il 2018-08-05

Mezzo miliardo di euro può bastare per Alitalia? Queste sono infatti le perdite dell’ultima gestione commissariale da maggio del 2017 a giugno del 2018. Una perdita molto superiore al milione di euro al giorno, ma che potrebbe aumentare visti i piani del Governo di nazionalizzare e fare crescere la compagnia sotto le “ali di Stato”. …

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Mezzo miliardo di euro può bastare per Alitalia? Queste sono infatti le perdite dell’ultima gestione commissariale da maggio del 2017 a giugno del 2018.
Una perdita molto superiore al milione di euro al giorno, ma che potrebbe aumentare visti i piani del Governo di nazionalizzare e fare crescere la compagnia sotto le “ali di Stato”. A queste perdite giornaliere, che la compagnia può sostenere solo perché il Governo precedente ha approvato un prestito ponte di 900 milioni di euro (sempre il contribuente paga), bisogna aggiungere i quasi 10 miliardi di euro bruciati dal 2008 ad oggi tra bancarotte della compagnia, cassa integrazione speciale per dipendenti ritenuti speciali e tanti altri soldi pubblici finiti nel buco nero di Alitalia.

Alitalia semplicemente non riesce a reggere la concorrenza. Se infatti facciamo un’analisi veloce del primo semestre del 2018, secondo i cui dati i Ministri Toninelli e Luigi Di Maio pensano che la compagnia sia risanata, forse dobbiamo davvero preoccuparci. Il margine EBIT (Earnings before Interest and Tax) di Alitalia è negativo per oltre 16 punti percentuali. Tra i grandi competitor c’è qualcun’altra compagnia ad avere un EBIT negativo? Assolutamente no. L’unica compagnia che non se la passa troppo bene, ma che comunque vede un EBIT superiore di quasi 20 punti percentuali superiori ad Alitalia è AirFrance – KLM, dove la forza dei sindacati e l’interessamento pubblico (lo Stato ha una quota di minoranza nel vettore) fanno volare molto basso la compagnia. I casi migliori sono indubbiamente Ryanair e il gruppo IAG (che comprende British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus) con un margine EBIT superiore al 10 per cento. Da notare che proprio Aer Lingus (vettore irlandese), che vede la concorrenza in casa di Ryanair, è stata in grado di focalizzarsi sul mercato nord-americano, trovarsi la sua nicchia di mercato e di essere ormai il gioiellino del gruppo IAG.

ebit alitalia

La stessa Iberia vede forte concorrenza dei vettori low cost in casa, ma nonostante questo ha dei margini 25 punti superiori ad Alitalia. È colpa delle low cost se Alitalia va così male? La scusa delle low cost non regge perché altrimenti IAG dovrebbe essere il gruppo con i margini inferiori (maggiore è la concorrenza delle low cost) e AirFrance e Alitalia quelle con i margini superiori. Alitalia è una compagnia che non sta sul mercato per inefficienze proprie, anni e anni di pubblico intervento diretto e indiretto. E il piano del governo appesantirà i conti di Cassa Depositi e Prestiti, di FS e in definitiva, del contribuente italiano. “Paga Pantalone” e le nostre tasche sono sempre più vuote per salvare per l’ennesima volta Alitalia.

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