Cultura e scienze
C’è una fan fiction su Di Battista e la Boschi ed è improvvisamente diventata reale
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-12-15
Ieri un brevissimo scambio su Twitter tra Alessandro Di Battista e Maria Elena Boschi ha mandato in tilt le sinapsi dei fan dei racconti di Logo Comune. Is this real life, is this just fantasy?
C’è stato un momento ieri, prima del confronto tra Maria Elena Boschi e Marco Travaglio a Otto e Mezzo su Banca Etruria, in cui nella realtà della politica italiana si è aperto uno squarcio che l’ha messa in comunicazione con l‘upside down delle pagine di meme e di fiction politica. Perché esiste un mondo, un pugno di apprezzate pagine Facebook dove Maria Elena Boschi è una star. Anzi è la coprotagonista di narrazioni (non in senso renziano) che commuovono e fanno sognare milioni di persone.
Quando la realtà eguaglia la fantasia dei meme
Ad aprire il varco è stato uno scambio di accuse su Twitter tra Maria Elena Boschi e Alessandro Di Battista. La Boschi aveva postato il link al resoconto stenografico dell’intervento fatto alla Camera in occasione della mozione di sfiducia individuale. Per il M5S (e Marco Travaglio) l’allora ministro delle Riforme mentì al Parlamento quando disse “non c’è dunque alcun favoritismo, non c’è alcuna corsia preferenziale”. Qualche ora prima Di Battista aveva twittato «@meb dimettiti, hai mentito al Parlamento, hai mentito al Paese, hai mentito ai risparmiatori. Ti sei occupata di banche e sei bugiarda! #etruria». Il deputato del 5 Stelle non ottenendo risposta sui social è andato a commentare proprio dalla Boschi rinfacciandole di essere una bugiarda e di aver voluto salvare la “banchetta di famiglia”.
La risposta della Boschi non si è fatta attendere: “nessun favoritismo”, scrive la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Quel “nessun favoritismo” è molto diverso dal dire “Non mi sono mai occupata di Banca Etruria”. Parole che la Boschi non ha effettivamente mai pronunciato. La Boschi conclude invitando Di Battista a leggersi la spiegazione di Vegas e concludendo con un «ammettilo: il bugiardo sei tu».
Chi è estraneo a certe cose dell’Internet legge la conversazione come un duro botta e risposta tra due politici che si detestano apertamente (per non dire che si odiano). Oggi Di Battista a margine di un convegno sulla parità di genere organizzato dal M5S ha dichiarato: “Io ritengo che trincerarsi dietro l’ essere donna quando si riceve un attacco politico in merito a dei fallimenti politici sia piuttosto stomachevole e questo rafforza le discriminazioni in questo paese perché un domani io dovrei evitare degli attacchi politici nei confronti di un ministro donna per paura di essere accusato di sessismo, non accuserei politicamente una donna e non la tratterei come un uomo”.
Deebba e Boskey: una soap opera politica
Ma chi invece segue la pagina Facebook Logo Comune ha sentito un brivido correre lungo la schiena. Come ha scritto ieri Logo Comune “adesso veniteci a dire che non percepite quella tensioncina lì”. Perché uno dei più interessanti sottoprodotti della politica televisiva è stata la nascita e la creazione di meme (anche se è riduttivo chiamarli così) che rileggono la discussione politica. Da un lato abbiamo partiti politici che inseguono la comunicazione “virale” dei meme di Internet. Dall’altra autori di pagine satiriche che creano quelle che in altri tempi si sarebbero chiamate “fan fiction“. La fan fiction è quel genere letterario nel quale i fan di serie televisive inventano episodi alternativi e sottotrame.
Lo stesso accade per la politica italiana, che ben si presta con i suoi intrecci familiari (e non) ad essere romanzata. Non si tratta di sfottò o di vignette becere con insulti ma di qualcosa di più elaborato. C’è un particolare sottogenere della fan fiction che si chiama slash fiction che si concentra sull’immaginare risvolti romantici o erotici tra personaggi. Inizialmente si trattava di racconti che parlavano di rapporti tra personaggi dello stesso sesso (ad esempio il Capitano Kirk con il Signor Spock) ma la definizione del genere si è ampliata a comprendere anche relazioni eterosessuali. Logo Comune in questi mesi ha prodotto un racconto epistolare (è in forma di scambio di messaggi su WhatsApp) che si avvicina molto al genere slash.
In questo universo alternativo (ma che in molti sognano sia la Vera Realtà) Di Battista si chiama – in omaggio all’estetica Vaporwave – D e e b b a mentre la Boschi B o o s k e y. Al contrario di quello che sembra nella realtà che tutti vediamo in televisione e nei talk show in questa fiction (?) tra i due ci sarebbe un rapporto più profondo.
Deebba è geloso di Boskey, quando lei stringe la mano a Luigy. Lei invece ci rimane male quando lui le dà della bugiarda, si offende e in privato gli dice che non ritiene giusto che lui la attacchi continuamente. Entrambi sono nudi (metaforicamente) senza la corazza che indossano in televisione o in Parlamento in favore delle telecamere e degli elettori.
A maggio, quando ancora Di Battista era impegnato a smentire le voci circa la sua volontà di non ricandidarsi Logo Comune pubblicava una struggente chat tra i due. In questi giorni il M5S ha chiesto che la Boschi non si candidi alle prossime elezioni politiche. Solo una coincidenza con la scelta di Di Battista di abbandonare il Parlamento? Ed è proprio per questo che molti dei fan di Logo Comune ieri hanno sussultato leggendo lo scambio su Twitter. Quasi che quel tono colloquiale, quel darsi del “tu” avesse improvvisamente avvicinato troppo due personaggi che tutti immaginiamo uno il contrario dell’altra. Ma si sa: gli opposti si attraggono.
Foto copertina credits: Logo Comune via Facebook.com