Aborto: 10 miti da sfatare

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2015-01-28

Luoghi comuni e bugie pesano sull’aborto e sulla garanzia della possibilità di scegliere per molte donne (in Usa come altrove)

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L’Huffington Post elenca 10 miti intorno all’aborto (10 Abortion Myths That Need To Be Busted, 22 gennaio 2015). Sono passati 42 anni da Roe v. Wade, che ha reso legale interrompere la gravidanza. Negli anni seguenti i conservatori (cui piace chiamarsi pro-life e che sono invece no-choice) hanno tentato di tutto pur di restringere o eliminare del tutto questa possibilità. I mezzi sono universali e molti ci sono familiari. Il risultato, negli Stati Uniti, è che aumentano le difficoltà di accesso e di garanzia del servizio.

Colorado contro l'aborto
Contro l’aborto (Colorado)

Il primo mito riguarda la pericolosità. Falso, è una procedura medica molto sicura, più sicura di partorire (pericolosa più o meno quanto una colonscopia). Il secondo l’aborto medico: non ancora sicuro, di nicchia, ovviamente pericoloso (indimenticabile kill pill): circa 1 donna su 5 vi fa ricorso. Qui è stato oggetto di una campagna intimidatoria. Il terzo mito riguarda il pentimento: le donne si pentono e non può che essere così! Ma, di nuovo, il fantasma evapora appena si controllano i dati e le ricerche. La maggior parte delle donne non ha rimorsi e non cambia idea dopo aver abortito. Tra le più recenti armi conservatrici c’è il dolore del feto: no, non prima della 29esima-30esima settimana, perciò stabilire il limite alla 20esima è pretestuoso. Altri luoghi comuni riguardano la facilità di accesso (eterogenea e a volte molto complicata), la volontà della maggior parte delle persone di tornare alla illegalità, i numeri o il fatto che le donne sono più o meno obbligate perché non abortirebbero mai senza una costrizione. Tra i più comuni anche quello che una donna non abortirebbe mai se sapesse cosa vuol dire avere un figlio: peccato che molte ce l’hanno già un figlio (o più di un uno) e quindi il gioco del contrasto insanabile tra essere madre e essere una donna disgraziata perché si ricorre all’aborto si rompe dopo pochi minuti (tra il 2008 e il 2011 il 72% delle donne che hanno abortito avevano un figlio). Infine alzare i requisiti necessari per poter eseguire aborti ha in genere il solo effetto di fare chiudere le cliniche e non di garantire più sicurezza.
In sostegno die diritti riproduttivi (Missouri)
In sostegno dei diritti riproduttivi (Missouri)


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