Cosa cambia con l’abolizione della “censura cinematografica”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-05

Firmato il decreto da parte del Ministro della Cultura Dario Franceschini

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“Non è più previsto il divieto assoluto di uscita in sala né di uscita condizionata a tagli o modifiche”. Questi, in sintesi, saranno i primi effetti dell’abolizione censura cinematografica annunciata quest’oggi dal Ministero della Cultura. Il decreto, firmato dal Ministro Dario Franceschini, rappresenta un importante punto di svolta per chi produce e realizza pellicole per la distribuzione nel mercato italiano. Un cambiamento rispetto alla legge n. 161 del 1962, denominata Revisione dei film e dei lavori teatrali, e corretta più volte nel corso degli anni.

Abolizione censura cinematografica, cosa cambia

“Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”, ha annunciato il Ministro Dario Franceschini sul sito ufficiale del dicastero della Cultura. Un passo in avanti rispetto ai tasselli legislativi in vigore fino a questo momento che prevede molte novità in termini di intervento dello Stato nei confronti di ciò che può essere trasmesso (o meno) nelle sale cinematografiche italiane. Ma cosa prevede questo decreto? Innanzitutto si introduce un sistema di classificazione che – di fatto – supera il concetto di censura (preventiva).

Il tutto, infatti, passerà dalla Commissione (appena istituita) per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura. A presiederla sarà il Presidente emerito del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, e sarà composta da altri 49 esperti selezionati che hanno competenze in diversi ambiti: c’è chi si occupa di cinema e chi di aspetti pedagogico-educativi (con particolare riferimento ai minori, alla loro tutela e alla comunicazione sociale). E ci sarà spazio, tra i 49, anche personalità scelte dalle associazioni dei genitori e quelle in sostegno della protezione degli animali. Saranno loro, dunque, a procedere con la classificazione delle pellicole che usciranno al cinema, senza più l’intervento preventivo dello Stato per la censura o la pubblicazione con alcune parti tagliate.

(Foto IPP/Paolo Pizzi)

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