Cultura e scienze

2019-nCov: i contagi raddoppiati per il coronavirus cinese

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-23

Ai coronavirus, che vennero identificati per la prima volta negli anni Sessanta, sono dovute le epidemie di Sars del 2003-2004 e di Mers del 2012-2015,  quest’ultima diffusa nel Medio Oriente. Ma l’immunologo spiega che il tasso di mortalità potrebbe essere sovrastimato

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In 24 province cinesi sono stati individuati casi del coronavirus 2019-nCov: il censimento dei contagi è raddoppiato in un solo giorno e i morti sono 17. Per oggi si attende la decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle linee da seguire contro l’epidemia. Il coronavirus di Wuhan, finora classificato come 2019-nCoV dall’OMS, appartiene a un genere di virusa Rna che utilizza l’acido ribonucleico (e non il Dna, acido desossiribonucleico) come materiale genetico. I coronavirus, così chiamati perché al microscopio elettronico presentano una forma a «corona», hanno un diametro tra 80 e 160 nanometri (milionesimi di millimetro). Ai coronavirus, che vennero identificati per la prima volta negli anni Sessanta, sono dovute le epidemie di Sars del 2003-2004 e di Mers del 2012-2015,  quest’ultima diffusa nel Medio Oriente.

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La polmonite killer (Il Messaggero, 23 gennaio 2020)

Il virologo Guido Antonelli, ordinario di microbiologia alla Sapienza di Roma, spiega però che il tasso di mortalità ad oggi può essere sovrastimato:

L’ultimo bollettino parla di 17 morti su 400 casi. Raccontata in questo modo ci fa pensare a un tasso di mortalità molto alto, tale da preoccuparci.
«No, questo non è un metodo corretto per ipotizzare un alto tasso di mortalità del 2019-nCoV. E’ vero, ci sono 17 vittime ed è un numero preoccupante. Ma non possiamo affermarlo con certezza su una base di 400-500 infettati, perché non possiamo escludere che vi sia un numero di infettati non ancora rilevato e anche una parte di asintomatici, persone che hanno contratto il virus ma non presentano i sintomi della malattia, come avviene con numerose altre infezioni virali, ad esempio con l’influenza. Questo significa che nel tentare di definire il tasso di letalità di questo coronavirus di Wuhan rischiamo di arrivare a una conclusione sbagliata perché uno dei fattori, il numero delle persone infette, non è certo e forse è sottodimensionato. Semmai, c’è un altro elemento su cui dobbiamo riflettere…».

Quale? Colpisce che in pochi giorni siano stati registrati casi anche in altri paesi, dalla Thailandia al Giappone, da Macao a Hong Kong, fino agli Stati Uniti. Un paziente è sotto osservazione anche in Australia.
«Questo è un problema. Oltre al numero dei morti, che ovviamente è un significativo, però il fatto che in diversi paesi differenti dalla Cina siano stati registrati dei casi indica che il coronavirus è trasmissibile con una certa facilità. Forse non come il virus della Sars, che si trasmetteva con ancora più rapidità, sempre per via respiratoria. Facciamo un esempio: il virus del morbillo hanno un alto indice di trasmissibilità, ogni individuo può infettare dieci persone; nel caso dell’influenza siamo a 1,5-2. In questo caso ancora non lo possiamo stabilire, ma visto che si è diffusocon una certa rapidità riteniamo che questo tasso sia relativamente elevato».

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La diffusione del virus (Corriere della Sera, 23 gennaio 2020)

Intanto, scrive il Corriere, in Cina la Commissione sanitaria ha innalzato il coronavirus a malattia infettiva di Classe B. Ogni caso di contagio va comunicato entro due ore. Fu catalogato Classe B anche il virus della Sars che uccise circa 800 persone tra Cina e Hong Kong. Classe A significherebbe ammettere un’epidemia come il colera, per esempio, osserva la stampa cinese. Ma anche se il coronavirus è ancora a livello B, le autorità autorizzano cautele da A: quarantena per i pazienti sospetti e isolamento per chi è entrato in contatto.

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