Cultura e scienze

15mila test del tampone per fermare il Coronavirus in Veneto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-14

Sulla scorta delle dichiarazioni di Massimo Galli e altri, Crisanti così intende trovare gli asintomatici per fermare la diffusione del virus

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Il professor Andrea Crisanti, docente di virologia e microbiologia all’Imperial College di Londra e direttore dell’Unità complessa diagnostica di microbiologia della Asl di Padova, ma soprattutto coordinatore dell’indagine epidemiologica “a tappeto” su Vo’ Euganeo, annuncia oggi in un’intervista al Corriere della Sera 15mila test del tampone in Veneto per fermare il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Sulla scorta delle dichiarazioni di Massimo Galli e altri, Crisanti così intende trovare gli asintomatici per fermare la diffusione del virus.

«Faremo la diagnosi a tutte le persone che hanno avuto molti contatti umani con potenziali infetti. Cioè, oltre a quelle che lamentano una sintomatologia compatibile con l’infezione, anche al personale ospedaliero, alle forze di polizia e ai lavoratori più esposti. Si chiama sorveglianza attiva massiva. L’obiettivo è scovare gli asintomatici perché sono una straordinaria fonte di malattia».

Come sarà finanziato?
«Anche con un importante finanziamento di un grande industriale veneto, non posso dire il nome, che ci permette di raddoppiare i tamponi fin dalla prossima settimana. E attrezzeremo laboratori in tutte le province del Veneto».

Quanti tamponi farete?
«Quindicimila al giorno, contro i duemila attuali».

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Coronavirus: i numeri in Italia e nel mondo (Corriere della Sera, 14 marzo 2020)

Perché solo ora un’iniziativa così forte?
«Perché abbiamo avuto i risultati dell’indagine epidemiologica su Vo’, dove si è dimostrato che la maggior parte delle persone contagiate sono asintomatiche. È la prima volta al mondo che viene dimostrata una cosa del genere. Oltre il 50 per cento dei contagiati non accusavano alcun malessere, ma erano una formidabile fonte di contagio. Isolandoli, la percentuale di malati è passata dal 3,2% allo 0,3%, da 88 a 7 infetti, ltre 10 volte in meno».

Quando si vedranno i risultati?
«Bisognerà attendere almeno un mese, il tempo necessario perché il sistema funzioni. Paradossalmente all’inizio ci sarà un’impennata di casi positivi perché avremo molte più diagnosi».

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