Attualità
Via la scorta a Saviano?
neXtQuotidiano 18/10/2018
Lo scorso giugno il ministro dell’Interno dichiarò: «Saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio, perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani»

Grazia Longo sulla Stampa oggi racconta che il Viminale è orientato a togliere la scorta a Roberto Saviano. La decisione non parte da Matteo Salvini: lo scorso giugno il ministro dell’Interno dichiarò: «Saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio, perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani».
Ai primi di luglio, infatti, il Comitato per l’ordine e la sicurezza di Roma coordinato dalla prefetta Paola Basilone, ha preso in esame la richiesta avanzata dal ministero dell’Interno sul caso Saviano. Non ha però deciso nulla, perché lo scrittore non risiede più nella capitale. E, considerato che le minacce della Camorra arrivano dal territorio di Napoli e Caserta, ha rimbalzato la questione a queste due città.
Ma la prefetta di Napoli, Carmela Pagano, alla guida del locale Comitato per l’ordine e la sicurezza,ha restituito la palla al mittente e a Caserta. «A Napoli non esistono riscontri sui rischi per l’incolumità di Saviano» è il senso dell’orientamento che ha spinto la prefetta a destinare la soluzione della questione a Roma e a Caserta.
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Ma sia a Caserta, con il prefetto Raffaele Ruberto, sia nella capitale hanno soprasseduto nell’esprimere un parere dirimente. Un dato, tuttavia, appare certo: nessuno ha finora sostenuto un pericolo tale per mantenere la scorta di primo livello (la più alta) per Saviano. Anche perché con i risultati ottenuti nella battaglia contro il clan dei Casalesi e l’arresto di tutti i boss, luogotenenti e killer, lo scrittore (scortato dal 13 ottobre 2006), non corre più tanti rischi per la propria incolumità.
Senza dimenticare poi che in passato si registra un precedente: già una prima relazione redatta dalla Squadra Mobile di Napoli diretta all’epoca dal vicequestore Vittorio Pisani, non evidenziava alcun allarme sicurezza