Cultura e scienze

Vaccini: cosa ne pensano i genitori

Chiara Lalli 10/02/2015

Questo è il risultato di un sondaggio sui vaccini condotto dal Pew Research Center all’inizio di febbraio

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Di vaccini ultimamente si parla spesso (qui una storia a fumetti): genitori che non vogliono vaccinare i propri figli perché hanno paura, tribunali che stabiliscono un risarcimento perché un vaccino avrebbe fatto venire l’autismo, contagi, aumento di malattie che potrebbero essere facilmente evitabili (il morbillo è una di queste). Ieri il Pew Research Center ha pubblicato il risultato di un sondaggio sulla percezione della sicurezza dei vaccini: secondo l’83% il vaccino trivalente è sicuro. Solo il 9% ritiene che sia pericoloso e il 7 non sa (83% Say Measles Vaccine Is Safe for Healthy Children. No Partisan Differences in Views of Vaccine Safety). Non ci sono differenze politiche rilevanti in quell’83%, ma l’atteggiamento delle persone meno educate e dei più giovani è diverso rispetto ai più educati e ai più vecchi: i primi tendono a considerare i vaccini meno sicuri e a farne quasi solo una questione di scelta parentale.
 
Sicurezza dei vaccini
 
IL SONDAGGIO
È stato condotto tra il 5 e l’8 febbraio su un campione di 1.003 adulti. Le credenze politiche non sono rilevanti (l’89% dei repubblicani e l’87% de democratici pensano che i propri bambini non corrano rischi con i vaccini). L’età comporta qualche differenza: tra gli over 50 è il 90% a pensarli sicuri, contro il 77 delle persone tra i 18 e i 29 anni e l’81% di quelle tra i 30 e i 49. Il CDC ha riportato 102 casi di morbillo dall’inizio dell’anno e l’anno scorso i casi sono stati 644, il numero più alto dal 2000. Essere o no genitore nemmeno costituisce una variabile rilevante, e neppure essere donna o uomo (85% contro 81%). Le differenze cambiano, come prevedibile, a seconda di quanto si seguano le notizie e di quanto si sia informati al riguardo (vi veda anche il sondaggio sulle differenze tra gli scienziati e il pubblico).
 
Vaccini Pew
 
PERCHÉ SI HA PAURA DEI VACCINI?
Si va dal sospettare che non siano efficaci a proteggere dalle malattie e dunque perché farli all’ombra degli interessi delle case farmaceutiche – tale da ipotizzare che i vaccini siano unicamente un loro interesse, per fare soldi e non per evitare patologie. «Iniettare un virus in un bambino sano?!» è la ragione che offre una donna di 29 anni sul suo rifiuto. Così come «inoculare una malattia per prevenire una malattia» è un corto circuito apparentemente difficile da capire. C’è pure il sospetto di indebolire il sistema immunitario o una precedente reazione di un figlio vaccinato («uno dei miei figli ha avuto la febbre molto alta»). L’autismo è nominato di rado. Anche in Italia i vaccini destano sospetto e allarme, tanto da far dire a Beatrice Lorenzin che si tratta di un serio problema di sanità pubblica.
 
Vaccini perché non sono sicuri?

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