Economia
Tutti i soldi che girano tra Turchia ed Europa
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-10-13
L’Unione europea è il primo mercato di sbocco dei prodotti che vengono dalla Turchia: nel 2018, il 42% di tutti gli scambi commerciali di Ankara è stato con l’Europa. La Turchia è il quinto partner commerciale dell’Europa e ha forti legami con l’Italia, che ai turchi vende soprattutto armi
Mentre la Germania annuncia il blocco della vendita di armi alla Turchia – che fino a ieri comprava un terzo delle armi prodotte da Berlino – Repubbica fa i conti in tasca a tutti i soldi che girano tra Turchia ed Europa:
L’Unione europea è il primo mercato di sbocco dei prodotti che vengono dalla Turchia, davanti a Russia, Cina e Stati Uniti: nel 2018, il 42% di tutti gli scambi commerciali di Ankara è stato con l’Europa. E l’interesse è reciproco: la Turchia è il quinto partner commerciale dell’Europa, il primo della Germania (dove vivono più di 3 milioni di cittadini turchi) e ha forti legami con l’Italia, che ai turchi vende soprattutto armi.
Dal 2014 al 2018, dice un rapporto del Sipri pubblicato lo scorso marzo, la Turchia è stato il primo Paese di esportazione delle armi italiane: 890 milioni di euro dal 2014, 360 milioni solo nel 2018. Ieri Francia e Germania hanno annunciato che bloccheranno la vendita di materiale bellico ad Ankara, così pure l’Olanda, la Norvegia e la Finlandia. L’Italia chiederà invece una misura comune europea per fermare le forniture di armi.
L’altra faglia tra Europa e Turchia rischia di aprirsi al largo delle coste di Cipro, l’isola divisa dopo l’invasione turca del 1974 tra la Repubblica di Cipro greco-cipriota a Sud, che fa parte dell’Unione Europea e Cipro Nord, la zona turca non riconosciuta dalla comunità internazionale. A luglio la Turchia ha annunciato nuove trivellazioni a Nord-Est di Cipro, rivendicando la sovranità sulle acque territoriali contese e il diritto della comunità turco cipriota del Nord di sfruttarne i giacimenti di gas. Per l’Unione europea le trivellazioni invece sono illegali. Ieri il governo francese ha confermato che invierà una fregata nel blocco 7 della zona economica esclusiva di Cipro, dove le licenze operative sono state assegnate alle società petrolifere francese e italiana, Total ed Eni. Proprio sul dossier cipriota l’Europa si è scontrata con la difficoltà di imporre sanzioni a un alleato così strategico.
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