Cultura e scienze

Tutti i complotti sull'attentato alla moschea di Quebec City

Giovanni Drogo 31/01/2017

Dove scopriamo che la CIA ha ipnotizzato Alexandre Bissonette per convincerlo ad attaccare una moschea e che il governo canadese sta coprendo il vero colpevole perché è musulmano.

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Come sempre accade dopo un attentato il tessuto dello spazio tempo e della realtà inizia a lacerarsi: non c’è più nulla di vero, né ci sarà mai anche quando le forze dell’ordine avranno terminato l’inchiesta. Non stupisce quindi che anche l’attentato alla moschea di Quebec City sia stato rapidamente etichettato come false flag. Mentre infatti personaggi come Matteo Salvini ieri continuavano a raccontare che l’attentatore era un musulmano utilizzando la vicenda per spiegare che “è ora di fare qualcosa” contro la violenza dell’Islam altri invece avevano già fatto il passo successivo e spiegato che l’uomo arrestato, Alexandre Bissonnette, non è il vero colpevole.
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Alexandre Bissonette ha un complice musulmano ma nessuno ne parla!1

Al momento le indagini sono ancora in corso, ma secondo la polizia Bissonette, 27 anni, bianco e fan di Le Pen e Trump è l’autore della strage al Centre Culturel Islamique di Quebec City dove ha ucciso sei persone sparando loro alla schiena mentre erano inginocchiati a pregare. L’altro uomo arrestato Mohamed el Khadir (a volte chiamato anche Mohamed Belkhadir), un immigrato marocchino che all’inizio era stato considerato tra i sospettati dalla polizia canadese è stato invece rilasciato ed ora viene considerato testimone dei fatti. Non è la prima volta che accade una cosa del genere, ad esempio di recente subito dopo l’attentato ai mercatini di Natale a Berlino era stato arrestato un richiedente asilo pachistano che poi è stato scagionato dagli inquirenti in quanto i testimoni che avevano raccontato di averlo visto scendere dal camion usato per portare a termine l’attacco a Breitscheidplatz non sono risultati attendibili e soprattutto dopo l’esito negativo del test del DNA. Questo non significa che in Canada le cose siano andate nello stesso modo ma se non altro dovrebbe aiutare a spiegare l’ovvio: ovvero che nell’immediatezza di un attacco le notizie riferite dalla polizia e dai giornali sono ancora approssimative e confuse. Non sono solo i soliti tizi con il cappellino di stagnola a credere ai complotti: ad esempio Tarek Fatah, giornalista del Toronto Sun, è diventato lo zimbello di Twitter perché ci spiega che el Khadir è il complice di Bissonette ma lo Stato ha fatto in modo che il marocchino diventasse testimone in modo da non far crescere l’odio anti islamico.
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Il condizionamento mentale e l’operazione “segreta” della CIA 

Gli agenti freschi di diploma alla scuola di polizia dell’Internet ci spiegano che la realtà è diversa da quella raccontata dai mass media e dalla polizia canadese. Tutta l’operazione è una copertura, nessuno è morto. Ce lo spiega ad esempio William, un militare dell’esercito USA che ha scoperto che la CIA – che arma i terroristi islamici – ha pianificato l’operazione a Quebec City in modo da far credere che ci siano estremisti di destra che odiano gli immigranti. Il tutto – coincidenza? – è avvenuto il giorno dopo che il Presidente USA ha firmato l’ordine esecutivo per impedire l’accesso negli Stati Uniti ai cittadini di alcuni paesi a maggioranza musulmana.
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Non mancano i blog che trovano una connessione tra la visita di Philippe Couillard, Presidente dello Stato del Quebec, in Israele perché ovviamente in qualche modo deve essere sempre colpa degli ebrei ma al contrario di altri secondo l’autore di questa teoria del complotto Bissonette potrebbe essere stato “convinto” ad agire (e quindi sarebbe davvero l’esecutore materiale dell’attacco) perché sottoposto ad una versione aggiornata del famoso programma di controllo mentale MK Ultra inventato dalla CIA e che torna sempre quando si tratta di spiegare fenomeni “strani” come gli attacchi terroristici. Come al solito il riferimento al condizionamento mentale viene fatto solo quando l’attentatore è bianco, perché la tendenza è sempre quella a definire un bianco che fa una strage “un pazzo” o “uno squilibrato mentale” e quasi mai un terrorista, definizione il cui utilizzo è limitato agli assassini di religione musulmana. Altre teorie spiegano che il tutto è stato fatto per screditare il movimento populista mondiale e presentare in una cattiva luce politici razzisti e xenofobi come la Le Pen (come se già il fatto che siano razzisti non li metta di per sé in una cattiva luce). Come al solito la verità che nessuno ci vuole far conoscere è a portata di click, basta fare una semplice ricerca su Google o su Twitter per scoprire, tra le pieghe delle notizie date subito dopo l’attentato, che “qualcosa non torna”. E si scopre che nessun attentato degli ultimi vent’anni è stato un vero attentato, perché per ogni attentato c’è sempre qualcuno che fornisce la stessa spiegazione alternativa e scopre “lo schema nascosto delle cose”. È stupefacente osservare ogni volta come i complotti vengano sempre alla luce entro poche ore dalla loro realizzazione qualcuno alla CIA dovrebbe leggere qualche romanzo di fantascienza in più e gettare i vecchi piani segreti che ormai tutti hanno letto. Non sarebbe meglio ad esempio utilizzare gli alieni nascosti nell’area 51 per operazioni sotto copertura?

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