Massini e la doppia morale di Putin: “Il tuo scrittore preferito è Tolstoj, ma lo avresti fatto arrestare” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-18

Il monologo di Stefano Massini a PiazzaPulita è incentrato su Putin e il suo amore sbandierato per Tolstoj, che però vide censurato dal potere il suo libro sui racconti di guerra in Crimea

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“Caro Vladimir Putin, immagina di essere nel sud dell’Ucraina, non molto lontano dalle città che stai bombardando, non molto lontano da Mariupol, da Odessa, guardati intorno. Cosa vedi? Te lo dico io: il niente, deserto, morte, cadaveri”: Stefano Massini si rivolge direttamente al presidente russo nel corso del suo monologo a PiazzaPulita, e gli parla del suo scrittore preferito, Lev Tolstoj. “Da un lato, in mezzo alla terra sfatta dalle esplosioni ci sono degli ordigni bellici lasciati là – aggiunge – poi ci sono dei bombardieri, anche loro non spareranno più, sono buttati in alcune buche miste tra cadaveri, schegge, metalli, travi. Tutto questo è illuminato dai bagliori delle fiamme delle esplosioni”.

Massini su Putin a PiazzaPulita: “Dici che il tuo scrittore preferito è Tolstoj, ma lo avresti fatto arrestare”

“So già che avrai detto: ‘Di nuovo una descrizione di questi pacifisti’. No, qua ti sbagli”, incalza Massini. “Perché la descrizione che ti ho fatto non viene da parole mie, ma da qualcuno che era russo come te. Qualcuno che tu stimi in modo particolare, lo hai detto tu stesso neanche dieci mesi fa in una trasmissione tv. Ricevesti una domanda, ti chiedevano ‘Qual è il suo scrittore preferito’. E tu hai risposto con fierezza che era Lev Tolstoj. Le parole che ti ho detto sono proprio scritte da lui”. Massini afferma inoltre che Putin stesso ha nominato il pronipote di Tolstoj come suo Consigliere per la Cultura. “In più circostanze – aggiunge – hai commentato incontri internazionali con frasi ripetute a memoria dai libri di Tolstoj. È veramente il tuo idolo, più che uno scrittore preferito”.

Massini racconta poi di quando, nel 1853, lo scrittore – volontario vicino Sebastopoli in una guerra nell’odierna Crimea – decise di raccontare gli orrori e la disillusione del conflitto. “Si rende conto che la guerra è una gigantesca farsa. Che lui lì non vuole starci. Tutto quello che vede, la tristezza, la morte, la disperazione, il tuo scrittore preferito, caro Putin, lo mette per iscritto. Ne crea dei racconti, si chiamano “I racconti di Sebastopoli”. Ma 169 anni fa il potere legge quei racconti e decide di non pubblicarglieli, perché dice che quei racconti raccontano troppo ‘la verità’ sulla guerra. Ti rendi conto, al tuo scrittore preferito proibiscono di far sapere la verità sulla guerra. Tolstoj diceva: ‘Se le pareti dei macelli e dei mattatoi fossero trasparenti saremmo tutti vegetariani’. Questa è la ragione per cui è in grande scrittore, fai bene a stimarlo”. Massini conclude con una riflessione: “Solo che c’è un piccolo però, probabilmente oggi se Tolstoj avesse scritto le cose che ha scritto, tu, il tuo scrittore preferito lo avresti fatto arrestare. Oppure, qualche volta, i libri di Tolstoj, prima di lodarli, leggiteli”.

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