Stefano Leo: l’assassino con il coltello addestrato a uccidere?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-27

I carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dal pm Ciro Santoriello, non escludono che possa essere stato uno squilibrato, forse affetto da follia «a intermittenza»

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Stefano Leo, 33 anni, originario del Vercellese, è stato ucciso ai Murazzi del Po sabato mattina alle 11. L’assassino gli ha tagliato la gola con un coltello affilato come un bisturi, mentre il ragazzo camminava sul Lungo Po, in pieno centro, come faceva ogni mattina per andare al lavoro. Un colpo solo, sferrato all’improvviso che non gli ha lasciato il tempo di difendersi.

Stefano Leo: l’assassino con il coltello addestrato a uccidere?

E proprio le circostanze della morte oggi sono sotto la lente degli investigatori alla ricerca della soluzione del giallo. I carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dal pm Ciro Santoriello, non escludono che possa essere stato uno squilibrato, forse affetto da follia «a intermittenza». Ma c’è un testimone che stava portando a passeggio il cane e ha raccontato di un uomo seduto su una panchina a pochi metri dal luogo dell’aggressione con il quale avrebbe avuto un diverbio subito prima che Stefano Leo venisse accoltellato.

«Mi stai mica scattando una foto?», gli avrebbe detto con tono minaccioso. Il passante non esclude che anche la vittima possa averci discusso. «È un uomo sui 30 anni, alto circa un metro e 75, longilineo, che parla perfettamente italiano», ha spiegato agli investigatori. La carnagione olivastra, un abbigliamento casual, pochi dettagli per un vero identikit.  Indossava un giubbotto chiaro con una scritta rossa sul davanti.

Scrive oggi La Stampa che i militari stanno dando la caccia a un nordafricano con una lunga e folta coda di capelli ricci sulla nuca, che farebbe pensare ad una capigliatura rasta. Ai lati, ha i capelli rasati da boxeur, con due righe ben visibili sopra le orecchie. L’uomo ha colpito Stefano con il coltello tranciandogli di netto la trachea e tagliando anche le cuffie del telefono cellulare che aveva addosso all’altezza del controllo del volume. Un colpo solo. Un lavoro da chi è abituato a utilizzare il coltello.

L’incontro casuale con la morte

Gli investigatori stanno scandagliando la vita di Stefano Leo, laureato in legge, dalla vita abitudinaria, appassionato di viaggi, libri e tatuaggi. Ma l’incontro con il killer sembra essere stato casuale. L’arma del delitto dovrebbe essere un coltello molto affilato con impugnatura ampia. Probabilmente una lama a doppio bordo affilato, come un serramanico a scatto. Oppure un pugnale, ma senza seghettatura.

I carabinieri stanno raccogliendo decine di riprese di telecamere pubbliche e private. Soprattutto quelle di piazza Vittorio, che fanno capo al Comune. Sabato scorso verso le 11,15, l’unica telecamere del circuito di sicurezza pubblica ha ripreso il sospettato correre verso piazza Vittorio, tenendo una busta in mano. Da lì si sono perse le tracce. I sistemi di videosorveglianza conservano le immagini fino a 7 giorni.

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