Cultura e scienze
SCHETTINEN: Il Giornale dà alla Merkel un buon motivo per invaderci
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-03-27
E a noi italiani un buon motivo per vergognarci anche in occasione della tragedia di Andreas Lubitz
Il Giornale regala ad Angela Merkel un buon motivo per invaderci, e a noi italiani uno ottimo per vergognarci anche in occasione della tragedia di Andreas Lubitz. Andreas Lubitz. Alessandro Sallusti spiega così il titolo:
Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia affondò (32 morti) per la scelleratezza del suo capitano Francesco Schettino. Der Spiegel, autorevole settimanale tedesco, nell’occasione aggredì e insultò tutti gli italiani «razza inferiore». Riporto uno stralcio di quell’articolo: «Mano sul cuore, ma vi sorprendete che il capitano fosse un italiano? Vi potete immaginare che manovre del genere e poi l’abbandono della nave vengano decise da un capitano tedesco o britannico? Conosciamo tipi del genere dalle vacanze al mare, maschi bravi, capaci di parlare con le dita e con le mani, in principio gente incapace di fare del male, ma bisognerebbe tenerli lontani da macchinari pesanti e sensibili, come si vede».
In effetti tra i comandanti Schettino e Lubitz c’è una bella differenza: il primo è un pirla (detto con rispetto, per evitare querele) pericoloso, il secondo è un freddo e lucido assassino. Cosa dovremmo dire oggi: «Vi sorprende che fosse un tedesco?». A differenza dello Spiegel, noi non lo pensiamo. Perché come quella sera della Concordia c’era un italiano che gridava a Schettino in fuga «Torni a bordo, cazzo», così fuori dalla porta della cabina chiusa dell’Airbus che andava a schiantarsi c’era un tedesco che urlava a Lubitz «Apri la porta, cazzo». Che i tedeschi imparino la lezione. Ogni popolo deve fare i conti con le proprie vergogne e i propri eroi.
Quando cita lo Spiegel, Sallusti si riferisce a un articolo pubblicato nel gennaio 2012 e a firma di Jan Fleischhauer, a cui il Giornale rispose con questa incredibile prima pagina qualche giorno dopo:
Speriamo che le vittime della tragedia dell’Airbus A320 e i tedeschi possano scusarci. Non fateci caso, è solo Sallustien.
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