Salvini e i 48 milioni della Lega spariti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-30

Ieri ha detto che sono stati tutti spesi. Da anni giura infatti di non aver mai visto un solo spicciolo di quella somma. Falso

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Ieri Matteo Salvini ha parlato degli ormai famosi 48 milioni che la Lega dovrebbe restituire allo Stato dopo la sentenza su Bossi e Belsito: «Sono stati spesi in dieci anni», ha detto il leader del Carroccio a Circo Massimo su Radio Capital. Oggi su Repubblica un articolo di Stefano Vergine e Giovanni Tizian ricostruisce la vicenda dei soldi spariti:

Il problema è quello che Salvini non dice. Da anni giura infatti di non aver mai visto un solo spicciolo di quella somma. Falso. Il 2 ottobre 2017, in un’inchiesta dal titolo “Salvinidanaio”, basandoci su documenti interni al partito su L’Espresso avevamo dimostrato il contrario. Tra la fine del 2011 e il 2014, infatti, prima Maroni e poi Salvini hanno incassato i rimborsi elettorali frutto del reato commesso dal loro predecessore. E lo hanno fatto quando ormai era nota a tutti l’indagine su Bossi e Belsito.

Il primo luglio 2012 – la notizia dell’inchiesta è già di dominio pubblico – Maroni viene eletto segretario del partito. Da allora alla fine del 2013 incasserà bonifici per un totale di 12,9 milioni di euro. Tutti rimborsi relativi a elezioni comprese tra il 2008 e il 2010, quelle della truffa. Con l’arrivo di Salvini in segreteria – dicembre 2013 – cambiano solo le cifre. Un mese e mezzo dopo la richiesta di rinvio a giudizio per Bossi, l’attuale ministro incassa infatti 820mila euro di rimborsi per le elezioni regionali del 2010.

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Le principali fondazioni legate alla politica (Corriere della Sera, 7 marzo 2017)

Il problema è che il processo a Bossi e Belsito potrebbe saltare per l’effetto del cambio di legge se la Lega non si costituisce parte civile:

Infine- solo venti giorni dopo l’annuncio di costituirsi parte civile contro Bossi e Belsito- Salvini ritira poco meno di 500 euro di rimborso. Perché allora sostiene che lui quei soldi non li ha visti? E come mai sotto la sua direzione il partito ha scelto di ritirare la costituzione di parte civile nel processo contro Bossi, atto che avrebbe permesso di chiedere i danni della truffa?

C’è però qualcos’altro che stride nella narrazione del vice premier. Se la nuova Lega non aveva nulla da nascondere, perché da quando i media hanno iniziato a parlare dell’inchiesta per truffa i denari padani hanno iniziato a spostarsi freneticamente da una banca all’altra? Da Banca Aletti a Unicredit, da Unicredit a Sparkasse, da Sparkasse ancora a Unicredit. Il tutto nel giro di quattro anni. Una coincidenza, forse. Di certo oggi i conti del Carroccio sono al verde, tant’è che dei 48 milioni messi sotto sequestro i magistrati di Genova ne hanno trovati finora solo 3. E una buona fetta è sparita proprio quando Salvini era segretario.

Leggi: Lega, la storia dei soldi spariti nel nulla

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