Cultura e scienze

Rita Borioni: pronta per la RAI grazie al lavoro nella tv di D'Alema

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-08-06

Vi ricordate quando Renzi gridava «Fuori i partiti dalla Rai»? E non ci avrete mica creduto, vero?

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Una meravigliosa intervista a Rita Borioni, appena entrata nel consiglio di amministrazione Rai in quota Orfini/Renzi (la storica dell’arte è infatti vicina al presidente del Partito Democratico e insieme collaboratrice del renziano di ferro Andrea Marcucci, ci rivela molto riguardo i criteri utilizzati nelle nomine da Matteo Renzi e la fine che ha fatto la “rottamazione” promessa da colui che, quando era all’opposizione nel suo partito, gridava “Fuori i partiti dalla Rai”.
rita borioni renzi
Nel colloquio, a firma di Alessandra Arachi per il Corriere, la Borioni prima dice che lei è sì vicina a Orfini ma non così tanto, e poi “rivela” che la storica dell’arte è una docente a contratto, e che nel suo curriculum appare la prestigiosa partecipazione a Red Tv, la tv del Pd corrente D’Alema, che ne farebbe così una candidata ideale alla poltrona nel cda della tv pubblica. Riguardo la sua competenza di bilanci, la Borioni dice che avendo lavorato alla Finanziaria con il senatore Marcucci adesso ha anche una competenza sulla gestione aziendale.

Ma lei è una storica dell’arte, ha esperienza televisiva?
«Certo, ho fatto produzioni di audiovisivi e mi sono occupata anche della normativa che riguarda la tv, in particolar modo della delocalizzazione delle produzioni televisive: per ragioni economiche venivano girate in altri Paesi».
Ma non è una storica dell’arte?
«All’inizio, ora sono vent’anni che mi occupo di politiche della cultura».
In quali ambiti?
«Vari».
Ovvero?
«Nel mio partito, il Pd. Ma ho lavorato anche a Cinecittà Holding come consulente del cda e del presidente. Ho insegnato anche legislazione dei beni culturali all’università della Calabria».
Che tipo di docenza aveva?
«Una docenza a contratto».

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Non una cattedra quindi?
«No, un ruolo precario. Come tanti altri lavori nella mia vita. Ho una grande esperienza di precariato. Mi ha dato molti stimoli. All’inizio della mia carriera ho lavorato anche gratis. E adesso voglio occuparmi subito dei precari della Rai: persone che sono l’ossatura dell’azienda, ma portano avanti il loro lavoro con contratti rinnovati di anno in anno».
Lei ha lavorato anche nella Red tv, quella del Pd, quella di Massimo D’Alema?
«Oh sì, ho fatto un programma delizioso: s’intitolava Stendhal».
Ma le è mai capitato di avere tra le mani un bilancio, dei conti di un’azienda?
«Si, da quando lavoro con il senatore Andrea Marcucci, dal 2014, ho visto il bilancio dello Stato e della Finanziaria».

Ogni ulteriore commento rovinerebbe l’incanto.

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