Economia

Il reddito di cittadinanza come Hartz IV

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-09

Di Maio ieri ha spiegato che il sussidio a cui lavora il governo Lega-M5S somiglierà molto a quello tedesco. Di cui molti cominciano a mettere in dubbio l’efficacia

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«Vogliamo rifarci al sistema di politiche attive di sostegno al lavoro che c’è in Germania»: Luigi Di Maio ieri, nelle more degli scontri con i giornalisti di Repubblica, ha certificato che il reddito di cittadinanza somiglierà molto a un “Hartz IV” all’italiana, uno strumento di politica attiva del lavoro ispirato (per non dire copiato) dal modello tedesco di sussidio di disoccupazione con condizionalità.

Il reddito di cittadinanza come Hartz IV

Per questo, ha spiegato ieri Di Maio, è stato istituito un «team di lavoro permanente italo-tedesco, perché porteremo in Italia tutte le conoscenze che ha la Germania sul piano dei centri di impiego e sul percorso che serve per trovare lavoro a chi prende uno strumento di sostegno al reddito».  Il team congiunto porterà dei tecnici tedeschi in Italia per ricreare Hartz IV, adattandola al contesto italiano in quanto «l’Italia non è la Germania». In Germania l’assegno mensile viene maggiorato per ogni figlio a carico. Il programma di assistenza prevede un assegno mensile di 416 euro (maggiorato nel caso di figli) e il pagamento da parte dello Stato federale dell’affitto della casa (compreso il riscaldamento ma non le bollette di luce e telefono) e tocca oggi 4 milioni e 265mila persone (la stima per il 2018 è provvisoria) dopo il picco del 2010 quando arrivavano soldi a quasi cinque milioni di persone. Se il disoccupato rifiuta le offerte di posti di lavoro, da una a tre volte, l’assegno dei 416 euro si riduce prima del 10% poi del 30% fino al 100%, anche se il sussidio per i figli resta.

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I beneficiari dei sussidi Hartz IV (Il Sole 24 Ore, 9 ottobre 2018)

Ma non è questa l’unica differenza con il reddito di cittadinanza in salsa grillina. Il Sole 24 Ore spiega che il sistema ideato nel 2003 dal governo guidato dal cancelliere SPD Gerhard Schröder, nell’ambito di un ampio piano di riforme, prende il nome dal ministro del Lavoro Peter Hartz (poi divenuto più famoso per uno scandalo a luci rosse che gli costò il posto in Volkswagen), ed ha funzionato fino al 2012: il numero complessivo di chi ha chiesto e ottenuto questo sussidio è via via sceso di oltre 1,3 milioni, da 7,2 a 5,9.

Il problema di Hartz IV con la disoccupazione

Ma da quell’anno in poi le cose sono cambiate. In meglio per i tedeschi, che vedono un tasso di disoccupazione basso (quest’anno scenderà al di sotto del 5%) e tassi di occupazione record. Ma il numero di sussidiati con Hartz IV non è diminuito di pari passo. Anzi, è su numeri di sostanziale stabilità visto che erano 4,4 milioni gli assistiti nel 2012 e sono 4,265 milioni oggi. Eppure anche il programma di sostegno tedesco prevede la frequenza di corsi di aggiornamento e la ricerca attiva di un lavoro tra le condizionalità per ricevere il sussidio.

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Reddito di cittadinanza agli stranieri: come funziona negli altri paesi (La Repubblica, 22 settembre 2018)

Cosa c’è che non va allora? «Il calo della disoccupazione è raggiunto attraverso la crescita di un’occupazione sempre più precaria, in quanto mal pagata e scarsamente riconosciuta. La disoccupazione cala, certo, ma solo a livello statistico, mentre la tendenza è piuttosto quella di una piena precarizzazione – invece che la tanto conclamata piena occupazione. L’Hartz IV rappresenta a tutti gli effetti una misura che esercita una pressione immensa sugli inoccupati, che vengono spinti ad accettare mansioni lavorative poco sicure, malpagate e scarsamente riconosciute», ha detto qualche tempo fa il sociologo tedesco ed esperto del mercato del lavoro Klaus Dörre, dell’Università di Jena al magazine austriaco Kurier.

L’inferno della Hartz 4 – Il modello tedesco from iMarck90 on Vimeo.

Il problema da più parti sottolineato è che una volta che si entra nel tunnel, come per quello della droga, è difficile uscirne: si trovano lavori precari e sottopagati che durano pochi mesi prima di tornare di nuovo sotto l’ombrello dell’assistenza, i centri per l’impiego sanzionano moltissimo i comportamenti che giudicano devianti rispetto alle regole da seguire e più in generale quello di Hartz IV sembra uno stigma che la società tedesca impone a chi si trova ai margini della società rendendo sempre più difficile uscire dal momento del bisogno.

Leggi sull’argomento: No al reddito di cittadinanza per chi vive con i genitori

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