L’assurda vicenda dei ragazzi fermati a Carpi perché avevano dei cartelli arrotolati con le canzoni di Caparezza e De André

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-16

Due diciottenni sono stati fermati perché camminavano con due cartelli arrotolati, un pensionato di 71 anni è stato ammanettato e trattenuto in Questura per tre ore e poi lasciato andare con una denuncia per “grida e manifestazioni sediziose”. Ma davvero c’è qualcuno che ha paura di due ragazzini che citano Caparezza e di un pensionato con uno striscione esposto ad un’altezza tale da essere illeggibile?

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Continua la guerra agli striscioni della Polizia di Stato (e del Ministero dell’Interno?). Che siano esposti sui tetti o al secondo piano devono essere rimossi per non rischiare di turbare l’ordine pubblico. È successo a Salerno, è successo a Brembate dove sono addirittura intervenuti i Vigili del Fuoco con un’autoscala ed è successo a Carpi dove due giorni fa c’era Matteo Salvini per un comizio. Eppure proprio Carpi il ministro dell’Interno ha detto che a lui «non danno fastidio, i fischietti i Bella Ciao».

I due ragazzi fermati perché andavano in giro con le frasi di Caparezza

Ma non è che le cose nel mondo reale, quello fuori dai bacioni di Salvini e gli inviti a cantare tutti assieme La Locomotiva poi vadano davvero così. Ad esempio ieri a Carpi due ragazzi sono stati fermati perché andavano in giro con due cartelloni arrotolati. Cosa c’era di così pericoloso su quei cartelloni?

 

Su uno c’era una citazione da una canzone di De André e su un altro quello di una canzone di Caparezza. Insomma niente di offensivo, anche perché i cartelloni erano ancora arrotolati e i due ragazzi non si trovavano nemmeno nella piazza dove c’era il comizio. Se le avessero scritte sugli zainetti, come si usa fare al liceo cosa sarebbe successo?

carpi cartelloni caparezza salvini - 1

Forse la Digos sa già quali sono i cartelloni che Salvini trova divertenti e quelli invece che non lo sono abbastanza. Certo sorprende che non si possa criticare liberamente – senza essere identificati – un ministro della Repubblica che ha fatto dei toni accesi e della violenza verbale la cifra della sua azione politica. Senza dubbio la Polizia ha tutto il diritto di chiedere i documenti a chiunque, ed un cittadino ha l’obbligo di ubbidire, ma è alquanto curioso che quando c’è Salvini in città non si possa fare una cosa che altrimenti verrebbe tranquillamente ignorata. Eccesso di zelo? Forse no visto un altra scenetta di cui è stata protagonista ieri la Polizia.

Il pericoloso (e illeggibile) striscione di Carpi che ha fatto arrestare un 71enne

Protagonista di quest’altro episodio è stato un 71 enne che mentre Salvini era in piazza era salito sul tetto di  un palazzo – l’abitazione di alcuni parenti –  per esporre uno striscione. Secondo le agenzie di stampa sul manifesto “erano riportate parole offensive”. Quasi immediatamente sono arrivati gli uomini della questura di Carpi che sono entrati nell’abitazione privata e dopo essere saliti sul tetto hanno fatto togliere lo striscione, sequestrato il megafono con il quale l’uomo stava urlando alcuni slogan e arrestato il 71enne portandolo via in manette.

La persona arrestata è un pensionato, si chiama Umberto ed è un attivista del Centro di Documentazione Iskra (“La scintilla”, dal nome dell’omonimo quotidiano russo) di via Lincoln a Carpi. Come riferisce Modena Senza Quartiere l’uomo è stato trattenuto in questura per oltre 3 ore ed è stato successivamente rilasciato con una denuncia per grida e manifestazioni sediziose (art. 654 cp).

Cosa altro è successo ieri a Carpi

Eppure quando l’attivista è saluto sul tetto, circa alle 20:30, il comizio elettorale di Salvini era già finito (era iniziato alle 19e30 come testimonia la diretta su Facebook sulla pagina di Salvini). Un comizio che – racconta qualcuno su Facebook – si è svolto in un clima di irreale militarizzazione della città bloccata per ore prima e dopo l’arrivo di Salvini dagli uomini della Polizia di Stato.

In piazza Salvini si è lamentato di quelli che fanno i processi al passato e parlano di fascismo e nazismo, e lo ha fatto a poca distanza da Piazza Martiri dove il 16 agosto del 1944 i fascisti uccisero per rappresaglia 16 persone, sedici ostaggi scelti a caso e fucilati dalle Brigate Nere.

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Ma quali erano le parole offensive scritte sullo striscione? Striscione che come spiega Umberto in un video era già stato esposto in occasione di manifestazioni e banchetti informativi in città? Leggerlo non era certo facile da terra, infatti nel video si vede uno striscione bianco ma le scritte – molto fitte – non si distinguono. Chissà come hanno fatto quelli della Digos a capire che “era contro Salvini”.

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Lo striscione “incriminato” fonte: Facebook.com

Si legge “canagliume fascista” che certo non è offensivo. Si legge “fuori tutti dai coglioni”, che è offensivo ma è quello che dice da sempre la Lega da quel föra da i ball di Umberto Bossi alle ruspe di Salvini. C’è poi un messaggio alle “istituzioni”: “diritti negati, sfruttamento, frantumazione sociale, violenza ai migranti e guerra: è l’essenza del fascismo monopolistico di Stato. Da destra a “sinistra” servi e burattini della cricca istituzionale”. Difficile leggere un attacco diretto a Salvini. Anche perché nel video Umberto dice chiaramente che non è solo colpa di Salvini ma che il decreto sicurezza è la conseguenza del decreto Minniti votato dal precedente governo.

Foto copertina via Facebook.com

Leggi sull’argomento: Il fake della seconda pagina del libro su Salvini è meglio dell’originale

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