Il pignoramento dei conti correnti per chi non paga i tributi locali

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-11-21

L’articolo 96 della Legge di Bilancio 2020 prevede il pignoramento più facile per gli Enti Locali per i crediti come IMU, TARI e TASI. Ma non per le multe. E soprattutto: già oggi i Comuni possono pignorare i conti o beni come l’auto. La nuova norma accelera solo i tempi rendendo accertamento e cartella un unico passaggio

article-post

L’articolo 96 della Legge di Bilancio apre al pignoramento dei conti correnti da parte dei comuni nei confronti di chi non paga i tributi locali IMU, Tari e Tasi, ma non per le multe. A dar fuoco alle polveri sulla norma è stato Matteo Salvini ieri durante la presentazione del libro di Bruno Vespa: “Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale”.

Il pignoramento dei conti correnti per chi non paga i tributi locali

La bagarre è stata scatenata da due articoli del Corriere della Sera e del Giorno che parlavano di un emendamento che permetteva il pignoramento del conto corrente se non si pagavano le multe. In realtà non si tratta appunto di un emendamento ma di un articolo della Legge di Bilancio 2020, il 96, attualmente in discussione al Senato, e che offre ai Comuni che riscuotono direttamente i tributi la possibilità di utilizzare gli stessi metodi e strumenti dell’Agenzia delle Entrate. Perché gli enti locali hanno deciso di gestire in proprio la riscossione all’epoca delle polemiche su Equitalia vampira, ma ora si ritrovano con 19 miliardi di crediti non riscossi. Per questo la norma è stata inserita con soddisfazione dei primi cittadini. Spiega oggi il Corriere della Sera:

In sostanza, la norma tende a offrire ai Comuni che riscuotono direttamente i loro tributi di utilizzare gli stessi metodi e strumenti che usa l’Agenzia delle Entrate, l’organismo pubblico che riscuote tasse statali e contributi, e che fino a qualche tempo fa lavorava anche con i Comuni. Che poi scelsero la strada di una riscossione «più umana», ma che oggi si trovano in difficoltà. E vogliono strumenti più efficienti, che la riforma contenuta nella manovra gli consegna, riducendo ad appena 9 mesi, quando oggi ci vogliono anni, il tempo per ottenere, anche forzatamente, la soddisfazione del credito.

pignoramento conti correnti imu tasi multe

Da quando scatterà, a gennaio 2020, a meno di un ripensamento, anche tutti gli atti emessi da Comuni, Regioni, Province, Unioni montane dovranno contenere gli elementi necessari per renderli esecutivi. E, dunque, far scattare automaticamente anche eventuali sequestri una volta scaduti i termini per presentare i ricorsi (accorciati da 4 a 2 mesi per  i crediti fiscali inferiori a mille euro). Una procedura che oggi, basata su atti diversi, richiede molto più tempo per arrivare all’esecutività della riscossione.

Con la riforma, prima dell’avvio concreto della procedura esecutiva, per tutti i crediti inferiori ai 10 mila euro, gli enti locali dovranno inviare anche un sollecito di pagamento al contribuente. Nessun avviso, invece, se il credito è superiore. Il nuovo meccanismo però non si applica alle multe, perché le disposizioni non incidono sul Codice della strada. E prevede, in via generalizzata, la possibilità di rateizzare le somme, non meno di 36 rate per i debiti oltre 6 mila euro.

La bufala del pignoramento per le multe non pagate

È quindi una bufala che il pignoramento si attuerà per le multe non pagate. Ma soprattutto: già oggi i i Comuni possono arrivare a pignorare conti o beni, come l’auto, per ottenere il pagamento di tasse non versate. Il percorso attuale prevede che prima arrivi l’accertamento, con la richiesta di saldare il debito, poi, se il cittadino non provvede a pagare il dovuto, l’emissione della cartella esattoriale. La nuova norma intende invece accelerare i tempi, rendendo accertamento e cartella un unico passaggio: per comuni e province, quindi, si tratterebbe di comportarsi come un’agenzia di riscossione nazionale, eccetto per le multe stradali, escluse dalla norma.

pignoramento conto corrente

Quindi la storia è andata così: i Comuni hanno cacciato l’Agenzia delle Entrate per riscuotere i loro crediti come Enti Locali, non ci sono riusciti, hanno chiesto una modifica per velocizzare i pignoramenti che già potevano fare ma perdendo troppo tempo, l’hanno ottenuta nella Legge di Bilancio 2020 e oggi la politica nazionale urla allo Stato di Polizia Fiscale per i pignoramenti facili inventando che ci possano pignorare il conto per una multa non pagata. That’s all, folks.

Leggi anche: La grande idea degli elettori di destra: i “pinguini” contro le “sardine”

Potrebbe interessarti anche