La talpa di Salvini sulle ONG pentita perché non gli hanno dato un lavoro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-27

Pietro Gallo, autore del dossier inviato poi al leader della Lega, dice che si vergogna di quello che ha fatto perché non ha trovato solidarietà e gratificazione

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Di Pietro Gallo e del suo ruolo nelle “denunce” di Salvini contro le ONG abbiamo già parlato qualche tempo fa: nel maggio scorso Matteo Salvini parlò in tv di un dossier dei servizi segreti sulle Organizzazioni Non Governative che accertava l’esistenza di rapporti fra gli scafisti e alcune associazioni. All’epoca il presidente del COPASIR e leghista Giacomo Stucchi smentì tutto, mentre Salvini, in un’intervista successiva a L’Aria Che Tira sostenne che il dossier non arrivava da Stucchi né dal COPASIR. Antonio Massari sul Fatto Quotidiano oggi ospita un’intervista a Gallo, agente della sicurezza a bordo della Vos Hestia – la nave utilizzata da Save The Children per i soccorsi – che nell’ottobre 2016 aveva fatto partire le indagini della procura di Trapani sulle Ong, e autore con Floriana Ballestra di quel dossier:

Inviammo una mail ai servizi segreti, ad Alessandro Di Battista – che non rispose – e chiamammo la segreteria di Matteo Salvini. Io e la mia collega fummo richiamati da Salvini pochi minuti dopo, mentre passeggiavamo sul lungomare di Trapani. Il ministro le disse che ci avrebbe raggiunti anche subito, ma gli spiegammo che stavamo per imbarcarci, così ci diede il numero di un suo collaboratore. Con un accordo: avrei inviato alla mia collega fotografie e informazioni utili che lei, a sua volta, avrebbe girato al collaboratore di Salvini. Così fu.

Cosa chiedevate in cambio?
Nulla. Però, quando la collega incontrò Salvini a Milano con il suo staff, spiegò che rischiavamo di perdere il lavoro, perché ci avrebbero ritenuto delle spie. La collega mi riferì d’essere stata rassicurata: le dissero di non preoccuparsi.

Come ha inteso questa rassicurazione?
Se avessi perso il lavoro, avrei ricevuto un aiuto a trovarne un altro. Infatti l’ho perso. Non ho mai chiesto nulla. Però, ho ricevuto delle minacce, collegate alle mie denunce sulle Ong, e quando l’ho fatto presente allo staff del ministro non ho ricevuto neanche una telefonata di solidarietà.

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La sequenza fotografica della nave Iuventa (La Stampa, 3 agosto 2017)

Lei nei suoi mesi a bordo ha assistito a contatti tra Ong e trafficanti?
No. Mai. Noi ci piazzavamo in punti dove di solito erano già avvenuti i recuperi. Ho svelato che i trafficanti accompagnavano i gommoni e davanti a noi li riportavano indietro.

E ha fatto la “spia” per conto della Lega.
Di questo oggi mi vergogno. Profondamente. Anche per l’assenza di solidarietà e gratificazione. Qualcun altro tra voi ha avuto qualcosa in cambio dalla Lega? No. So soltanto che qualcuno di noi ha inviato all’epoca in Regione Liguria un curriculum. Ma senza alcun risultato.

Talpa della Lega: il deputato Palazzotto chiede spiegazioni

 

Sulla vicenda della “talpa della Lega” Pietro Gallo il parlamentare di Sinistra Italiana – Leu, Erasmo Palazzotto, ieri ha chiesto a Salvini di spiegare in Parlamento i suoi rapporti con gli agenti di sicurezza privata che, nel 2016, erano a bordo della nave Vos Hestia della Ong Save The Children: “Salvini continua a diffondere notizie false e far filtrare di possibili illegalità riscontrate nell’operato delle ONG per distogliere l’attenzione dal fallimento della sua politica di chiusura dei porti. Neanche una parola però sui rapporti opachi tra lui e alcuni personaggi infiltrati sulle navi delle Ong. Sulla raccolta illegale di informazioni fatta da un movimento politico. Di che cosa ha paura? Cosa vuole nascondere? Sarebbe interessante – conclude Palazzolo – se qualche giornalista glielo chiedesse nelle prossime ore”

Leggi sull’argomento: Il ruolo di Matteo Salvini nelle accuse contro ONG e scafisti

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