Cultura e scienze
Il piano di Tsipras che spaventa la Trojka
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-01-25
Cinque punti spiegati da Ettore Livini su Repubblica
Ettore Livini su Repubblica spiega i cinque punti del piano di Alexis Tsipras che spaventa la Trojka. Tsipras, il grande favorito di queste elezioni, secondo i sondaggi arriverà con Syriza a una percentuale che oscilla fra il 31,2% e il 33,4% ma non sembra che otterrà la maggioranza assoluta necessaria per governare da solo. Il primo punto è stipendi e pensioni:
Le finanziarie imposte dalla Troika hanno ridotto del 40% il potere d’acquisto dei greci. Il reddito medio era di 24mila euro nel 2008. Oggiè sceso a 19mila. I salari pubblici sono calati del 31% dal 2009, quelli privati del 22%. Syriza vuole alzare da 586 euro al mese a 751 lo stipendio minimo e si è impegnata a ripristinare la tredicesima (istituto cancellato dall’austerity) a tutti gli 1,2 milioni di pensionati che guadagnano meno di 700 euro al mese. Il capitolo più delicato però è il progetto di ripristinare i contratti collettivi di lavoro e l’abolizione delle norme che consentono i licenziamenti di massa, un altro dei fiori all’occhiello dei creditori.
Poi c’è lo Stato sociale:
La Troika ha cerchiato in rosso — tema: carenza di fondi — le mosse previste da Tsipras nei primi giorni di governo a favore di queste fasce sociali: i buoni pasto e l’elettricità gratis alle 300mila famiglie più povere del paese (costo stimato da Syriza circa 800 milioni), gli affitti sociali a 3 euro al metro quadro per i senza casa e l’assistenza sanitaria garantita ai disoccupati che oggi — dopo un anno che hanno perso il lavoro — restano senza diritto alla salute. Oltre a una carta per il trasporto pubblico gratuito. Tutti provvedimenti su cui Ue, Bce e Fmi pretendono di negoziare senza trovarsi di fronte tra pochi giorni al fatto compiuto.
E le tasse:
La soglia di reddito esentasse dovrebbe salire da 5 a 12 mila euro. L’imposta unica sulla casa sarà sostituita da una patrimoniale sugli immobili di lusso. E chi è in ritardo con i pagamenti potrà rateizzare anche in 100 mesi i suoi obblighi verso lo stato. Altro cerchietto rosso, altra area di potenziale rottura tra le parti.
Al quarto punto c’è il piano di investimenti pubblici:
Obiettivo: creare 300mila posti di lavoro. Varando pure una banca pubblica per crediti agevolati ad artigiani e piccole e medie imprese. Syriza vorrebbe finanziare questi provvedimenti in parte con fondi Ue, ma soprattutto eliminando l’obbligo di generare un attivo annuo di bilancio pari al 4,5% del Pil imposto dai creditori. Un cappio — dicono — che soffoca il Paese. La Troika naturalmente non è d’accordo.
Infine, c’è la pietra dello scandalo: il taglio del debito.
Syriza chiede un taglio dei 314 miliardi di esposizione (il 174% del Pil) come è stato fatto per la Germania nel dopoguerra alla Conferenza di Londra. Schauble e i falchi hanno risposto picche in tutte e 29 le lingue della Ue. Per assurdo, però, è forse uno dei nodi più facili da sciogliere. In primis perché ci potrebbe essere più tempo a disposizione visto che i creditori starebbero studiando un’estensione fino a luglio del termine per negoziare un’intesa. E con un po’ di finanza creativa (leggi allungamento delle scadenze, taglio ai tassi e bond legati alla crescita dell’economia) si potrebbe trovare la quadra. La miracolosa soluzione sui debiti rischia però di arrivare troppo tardi. E non a caso i cinque cerchi rossi della Troika sul programma di Tsipras saranno già al centro della discussione del tavolo dell’Eurogruppo di domani.