Perché il Coronavirus colpisce meno i più piccoli?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-27

La comunità scientifica non ha ancora trovato una risposta certa del perché i bambini sembrano maggiormente protetti, ma è certamente una bella notizia

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Il Coronavirus compare in forma meno grave nei più piccoli, come SARS e MERS. La circostanza, emersa in Cina, è arrivata anche in Italia con il contagio di alcuni minori che però finora hanno sviluppato forme lievi della malattia. Il motivo, spiega oggi Cristiana Marrone sul Corriere della Sera, è ancora sconosciuto alla comunità scientifica ma si tratta di un dato di fatto:

«Finora — conferma Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria — non c’è stato nessun decesso sotto i dieci anni e il virus avrebbe solo lo 0,2% di letalità tra i 10 e i 19 anni e resta stabile fino ai 39 anni. Ad oggi è stato segnalato solo un caso critico di un ragazzo di 15 anni».

La comunità scientifica non ha ancora trovato una risposta certa del perché i bambini sembrano maggiormente protetti, ma è certamente una bella notizia. «Esistono virus molto aggressivi solo in alcune fasce di età —spiega Villani—.Pensiamo alla varicella ad esempio, che colpisce soprattutto i più piccoli ed è per loro una malattia affrontabile, mentre negli adulti può diventare grave. Oppure la bronchiolite, che tocca i bambini nei primi mesi di vita».

coronavirus sintomi contagio
Coronavirus 2019-nCov: i sintomi e il contagio (Il Messaggero, 31 gennaio 2020)

Ma quali sono le ipotesi di questa «protezione»? «Sappiamo che i coronavirus sono la causa più frequente di raffreddore — ipotizza Alberto Villani, che è anche responsabile del reparto di Pediatria generale e malattie infettive all’Ospedale Bambino Gesù di Roma — e i bambini vanno incontro ripetutamente a infezioni da coronavirus: è  possibile che la risposta immunitaria a infezioni recenti da coronavirus  aiuti i più piccoli a difendersi meglio anche dal nuovo Covid-19. Inoltre, il sistema immunitario dei bambini potrebbe essere in grado di rispondere meglio all’infezione perché più reattivo».

Durante l’epidemia di MERS in Arabia e in Corea del Sud la maggior parte dei bambini non sviluppò mai i sintomi. E, per fortuna, solamente uno trasmise il virus a un’altra persona.

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