Economia

Il taglio delle pensioni d’oro e la soglia a 3500 euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-14

Si ipotizza una soglia più bassa: da 3.500 euro in su. Secondo le simulazioni di Progetica si perderà fino al 20% dell’attuale trattamento

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Il taglio delle pensioni d’oro finirà nel decreto legge fiscale che domani sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il governo punta a recuperare un miliardo di euro ma questo, come abbiamo spiegato all’epoca, significa che la soglia sarà più bassa rispetto a quella di cinquemila euro dichiarata in molte occasioni dai vicepresidenti del Consiglio Salvini e Di Maio. Repubblica dice che il taglio sarà dunque immediatamente operativo, dalla sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Nonostante la sua estraneità alla materia fiscale, in particolare alle norme sul condono a cui verrà affiancato.

«Correggeremo la norma, così com’è non va», diceva ad agosto il capogruppo Riccardo Molinari, cofirmatario della proposta assieme all’omologo grillino Francesco D’Uva. Poi però è cambiata solo la soglia del taglio, da 4 mila a 4.500 euro. Il meccanismo è invece rimasto tal quale. Non un ricalcolo contributivo – prendi quello che hai versato – ma un taglio retroattivo degli assegni solo sulla base dell’età a cui si è andati in pensione. Con un effetto paradossale, evidenziato da Boeri: 4.700 pensionati d’oro saranno tali grazie a “quota 100”. Incoraggiati ad anticipare l’uscita, poi penalizzati per averlo fatto.

taglio pensioni d'oro

La tabella sul taglio delle pensioni d’oro (La Repubblica, 14 ottobre 2018 su dati Progetica)

La Lega spinge per escludere dal taglio i “pensionamenti obbligati in forza di legge”, così da salvaguardare donne, militari, precoci. Tutti coloro insomma che sono usciti “prima” rispetto ai requisiti attuali della Fornero – che vengono proiettati all’indietro – ma perché la legge di allora così prevedeva. Una manager andata in pensione nei primi anni Duemila a 57-58 anni, ad esempio, non poteva fare altrimenti. Ora scopre di essere lontana di 7 anni rispetto al nuovo traguardo ridefinito dalla norma gialloverde in una tabellina. Così chi è uscito a 60 anni con 40 di contributi sarà penalizzato. Chi a 65 con soli 25 di versamenti no.

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