Come l’INPS si rimangia la storia dei soldi delle pensioni a rischio a maggio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-26

In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore Tridico si rimangia i soldi delle pensioni che finiscono a maggio. E la parte bella della vicenda è che il presidente dice che è bene dirlo “per rassicurare il paese” dopo averlo terrorizzato il giorno prima…

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Pasquale Tridico, presidente dell’INPS fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle, nei giorni scorsi aveva adombrato il rischio click day per i 600 euro alle Partite IVA e ai professionisti e dopo le proteste della politica tutta se lo era dovuto rimangiare. Evidentemente non contento, a DiMartedì ha dato ulteriore spettacolo dicendo che c’era il rischio che i soldi per pagare le pensioni finissero a maggio a causa del blocco dei versamenti delle aziende.

Come l’INPS si autosmentisce sulla storia dei soldi delle pensioni che finiscono a maggio

E oggi in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore Tridico si rimangia anche quello. E la parte bella della vicenda è che il presidente dice che è bene dirlo “per rassicurare il paese” dopo averlo terrorizzato il giorno prima…

«Inps ha tutta la liquidità necessaria per le pensioni In ogni caso può contare sui trasferimenti dello Stato. È bene dirlo in questo drammatico frangente per rassicurare il Paese. Il sistema di finanziamento a ripartizione, coni contributi versati che pagano le pensioni vigenti, è garantito in continuità dalla Tesoreria dello Stato anche quando c’è una sospensione temporanea delle contribuzioni».

Presidente, in effetti i canali sono due: i trasferimenti a rendiconto e le anticipazioni su singole gestioni, che Inps può chiedere in caso di necessità. Nel 2017, per esempio, venne fatta una richiesta per 17 miliardi.
Esatto e si tratta di normali canali di finanziamento che lo Stato utilizza con Inps. Noi per fortuna non siamo nelle condizioni di chiedere anticipazioni perché per i prossimi mesi contiamo di avere cassa sufficiente. Tanto è vero che domani (oggi per chi legge; ndr) anticipiamo la data per il ritiro delle pensioni di aprile ai pensionati con cognome che parte con lettera A o B, venerdì potranno incassare quelli con le lettere C e D, sabato 28 marzo E e K e così via. E lo stesso meccanismo di anticipo lo garantiremo a fine aprile perle pensioni di maggio e a fine maggio per quelle di giugno come previsto dall’ordinanza della Protezione civile.

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Tridico dimostra così di non essere evidentemente in grado di gestire una situazione di emergenza come questa, visto che non si rende conto del terrorismo mediatico che ha scatenato con le sue affermazioni (e la prima pagina del Giornale di oggi lo dimostra).  “L’Inps ha tutta la liquidità necessaria per far fronte a tutte queste istanze e questo non pregiudica il pagamento delle pensioni”, ha detto ieri a Uno Mattina. E ha anche detto che per i 600 euro alle partite IVA non ci sono problemi: “Dalla prossima settimana saranno aperte le procedure per accedere ai 5 bonus: partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, del turismo e dello spettacolo”. E ancora: “Le domande per la cassa integrazione e per il congedo sono già attive. Per i bonus verrà attivata sul sito dell’Istituto una “procedura semplificata con un Pin semplificato”. Ma allora a cosa serviva tutta questa sceneggiata?

Domani parte in anticipo il pagamento delle pensioni

Intanto domani parte in anticipo il pagamento delle pensioni in modo da non creare assembramenti alle Poste per quei pensionati che non hanno un conto corrente e ricevono la pensione allo sportello (sono circa 850.000). Il pagamento della rata di aprile inizia, ha ricordato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, con le lettere A e B e si concluderà il primo aprile con le ultime lettere dell’alfabeto. Inoltre sarà possibile – in via eccezionale e transitoria – ritirare il denaro anche in uffici postali diversi da quello usato abitualmente, su tutto il territorio nazionale. “I soldi per pagare le pensioni – ha detto Tridico intervistato nella trasmissione “Di martedì” li abbiamo fino a quando sono sospesi i versamenti dei contributi, fino a maggio non c’è problema di liquidità, possiamo sempre accedere a un tesoretto, il Fondo di tesoreria dello Stato. Dopodiché ad aprile ci sarà un altro decreto”.

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“Il suo allarmismo non serve – ha detto il numero uno dello Spi-Cgil Ivan Pedretti – e rischia di mettere in apprensione milioni di pensionati”. Tridico ha precisato il suo pensiero dopo poche ore raccogliendo il plauso dei sindacati. “L’Inps ha tutta la liquidità necessaria per far fronte a tutte queste istanze – ha detto a proposito delle indennità previste dal decreto Cura Italia – e questo non pregiudica il pagamento delle pensioni”. “Ha fatto bene il Presidente dell’Inps a precisare che non ci sono problemi di liquidità per il pagamento delle pensioni, – ha detto il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo – perché le sue precedenti dichiarazioni non erano per nulla tranquillizzanti. Questo deve indurre tutti a misurare le parole, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo attraversando e in cui in particolare gli anziani hanno bisogno di certezze e non di ulteriori ansie”.

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