Obesità: 1 persona su 3 ha problemi di peso

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-11-21

L’obesità costa quanto le guerre e il terrorismo e nel 2030 riguarderà il 50% della popolazione

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Il McKinsey Global Institute (MGI) ha pubblicato di recente un report sull’obesità (Overcoming obesity: An initial economic analysis). L’obesità riguarda il 30% della popolazione mondiale. Più di 2 miliardi di persone sono in sovrappeso o obesi. L’obesità è responsabile del 5% delle morti e il costo annuale è paragonabile a quello delle guerre, del terrorismo e del fumo.
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E NEL 2030 SAREMO AL 50%
Il problema sta peggiorando velocemente. Se non si riuscirà a intervenire, nel giro di pochi anni le percentuali raggiungeranno il 50%. Per il 2030 metà della popolazione mondiale rischia di essere obesa o in sovrappeso. Ma immaginare come limitare l’aumento ponderale non è per niente facile. L’obesità è una questione complessa e le cui cause sono molteplici. Trovare una soluzione richiede uno sforzo altrettanto complesso e non esiste alcuna soluzione semplice – tanto che finora nessuno sforzo ha dato risultati rassicuranti e le percentuali continuano a salire.
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Il paper Overcoming obesity: An initial economic analysis prova a proporre alcune strategie di intervento. MGI ha studiato 74 interventi per affrontare l’obesità in 18 aree. Tra questi la riduzione dei pasti nelle scuole, l’etichettatura di bevande e cibo con la quantità di calorie presenti, le campagne pubblicitarie. Gli autori del report sono consapevoli della difficoltà dell’analisi, figuriamoci quanto è difficile proporre delle soluzioni. Ma come le mappe del XVI secolo – imprecise e mancanti di molte isole e continenti – erano meglio di navigare alla cieca, così è meglio avere uno strumento imperfetto di niente. Ci saranno proposte difettose o analisi che mancano di parti cruciali, ma è preferibile avere una guida non ancora perfetta che non averne nessuna. E l’invito a prendere molto sul serio la questione è senza dubbio valido. È un inizio che non può essere rimandato o accantonato come poco importante, o come meno importante di altri fronti perché, come abbiamo visto, l’obesità è una questione economicamente e sanitariamente esplosiva (si noti la differenza tra obesità e uso di droghe).
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Interventi sistemici
SOLUZIONI?
Quello che sappiamo è che serve un intervento su molti fronti: educazione alimentare fin dalle scuole, attività fisica, abitudini alimentari, corretta informazione. Ma sappiamo anche (basta pensare al fumo e all’alcol) che le informazioni non sono sufficienti e che gli esseri umani hanno una predisposizione alla dipendenza. Il cibo non fa eccezione. Gli interventi comprendono anche lo studio del ruolo delle diverse sostane nutritive sul metabolismo e gli ormoni della sazietà. I nodi che il paper ritiene più importanti sono i seguenti. La consapevolezza che sia necessario un intervento sistemico (la stima del possibile risparmio delle spese sanitarie è molto alta). L’educazione e la responsabilità personale sono elementi necessari ma non sufficienti per ottenere un risultato: vanno integrate con interventi sul marketing, sul contesto urbano e sull’importanza dell’attività fisica. Lo sforzo deve essere comune e investire tutti i soggetti istituzionali e non: ministeri della salute e ristoranti, scuole e produttori di cibo, singoli e operatori sanitari.
 
I COSTI
Prendendo come esempio il Regno Unito (47 miliardi di sterline ogni anno, 3% del PIL), quanto si potrebbe risparmiare intervenendo sulle porzioni, sull’educazione, la tipologia dei pasti e il resto? Un sacco di soldi. Ogni riduzione sull’obesità è ovviamente una possibile riduzione sugli effetti a medio e lungo termini: patologie cardiovascolari, diabete, difficoltà deambulatorie.
Costi
Qui si possono scaricare il riassunto e il report completo e ascoltare il podcast in cui Richard Dobbs e Corinne Sawers, due degli autori del report, discutono sulle strategie di intervento per cercare di invertire i numeri degli obesi nel mondo. Sono molti i giornali che hanno ripreso il report, come Le Figaro, NPR, The Guardian, The Independent. Qualunque sarà lo sforzo, i primi risultati richiederanno comunque alcuni anni. Ma il prezzo attuale è davvero troppo alto per non provare a invertire un processo che ormai riguarda non solo i paesi tradizionalmente più benestanti e sviluppati, ma tutto il mondo. In Cina in alcune città in forte crescita, metà della popolazione ha problemi di obesità e sovrappeso.

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