Obbligazioni subordinate, tre regole per i rimborsi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-12-13

Un fondo di 100 milioni di euro per il rimborso degli obbligazionisti coinvolti nel fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Cariferrara, a fronte di perdite per ottocento milioni. E tre criteri da soddisfare per riavere una parte dei soldi investiti

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Un fondo di 100 milioni di euro per il rimborso degli obbligazionisti coinvolti nel fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Cariferrara, a fronte di perdite per ottocento milioni. E i soldi arriveranno dal Fondo Interbancario per la tutela dei depositi, che, lo dice il nome stesso, serve ad altro: ovvero a rimborsare i risparmiatori (più precisamente: a garantire i loro depositi fino a 100mila euro) in caso di fallimento della banca. C’è di più: l’utilizzo del Fondo interbancario per la tutela dei depositi era stato esplicitamente escluso dall’Unione Europea dal primo decreto che il governo che il governo stava approntando per il salvataggio delle quattro banche. Questo prevede l’emendamento presentato dall’esecutivo alla legge di stabilità presentato ieri. Il governo ha presentato anche altre modifiche: una dotazione di 2,5 miliardi al fondo di risoluzione unico per salvataggi futuri; i criteri contabili per scrivere le diverse poste dopo le separazioni tra new bank e bad bank; il trattamento fiscale dei contributi volontari dei consorzi di salvataggio. Un successivo decreto fisserà le condizioni per i rimborsi: si terrà conto della vulnerabilità socioeconomica, dei rendimenti ottenuti nel tempo e del tasso dei prodotti sottoscritti. Da ciò si evince che il rimborso non sarà comunque totale. In più l’arbitrato verrà condotto da un ente indipendente con giudici nominati dal ministero dell’Economia per decreto e non dalla Consob come sembrava all’inizio.

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Il riepilogo del Sole 24 Ore sulle obbligazioni subordinate (12 dicembre 2015)

Obbligazioni subordinate, tre regole per i rimborsi

Ecco quindi le tre regole per i rimborsi delle obbligazioni subordinate dei risparmiatori coinvolti:

  • L’operazione di “salvataggio” non varrà per tutti gli investitori coinvolti ma esclusivamente per «persone fisiche, imprenditori individuali e agricoli» ( per un valore azzerato delle obbligazioni pari 340 milioni su un totale di 768). Uno degli strumenti per definire i casi socialmente più bisognosi potrebbe essere l’Isee, il cosidetto riccometro. In alternativa, potrebbe essere un meccanismo che correli il patrimonio perso al totale del patrimonio posseduto.
  • L’indennizzo sarà più alto per chi ha sottoscritto obbligazioni o strumenti finanziari con rendimenti medio-bassi. Nel decreto del governo che dovrà contenere i paletti per stabilire come rimborsare gli oltre 10 mila risparmiatori coinvolti nel fallimento dei 4 istituti potrebbe essere inserito un criterio di inversa proporzionalità tra il tasso di rendimento del prodotto sottoscritto e l’entità del rimborso.
  • Il valore della rendita già incassata avrà un peso sull’entità dei rimborsi. Nel decreto che fisserà il meccanismo di rimborso si terrà conto della cosidetta vetustà dell’investimento. In pratica, il titolare di un’obbligazione che ha garantito un buon rendimento per molti anni percepirà un indennizzo inferiore rispetto al sottoscrittore di un’obbligazione acquistata sei mesi fa. Questo perché chi ha incassato qualche cedola ha già avuto, secondo il ragionamento del governo, un ristoro dell’investimento

 
A questo punto manca solo di capire chi deciderà i rimborsi. Secondo il governo dovrebbe essere un arbitro terzo e indipendente che decida chi ha diritto e vigili sulla procedura di rimborso. Non sarà la Consob, perché forse il governo si è reso conto che sarebbe stato quantomeno curioso mettere come arbitro una delle parti in gioco, ovvero chi doveva vigilare sulle obbligazioni subordinate. Senza contare che Giuseppe Vegas nei giorni scorsi in alcune dichiarazioni pubbliche si era apertamente schierato per il no ai rimborsi, sostenendo che i prospetti fornivano tutte le informazioni necessarie a valutare il profilo di rischio. Gli arbitri verranno scelti con decreto del presidente del Consiglio (preparato dal ministero dell’Economia) «tra persone di comprovata imparzialità, indipendenza, professionalità ed onorabilità». Lo stesso provvedimento aggiunge però che sarà un decreto del governo a definire le modalità di supporto alle procedure arbitrali, e il medesimo decreto dovrà fissare i termini e le procedure per la presentazione dei rimborsi e i criteri di quantificazione degli indennizzi.

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Gli aiuti pubblici alle banche europee a confronto (Repubblica, 11 dicembre 2015)

Azioni, obbligazioni e reazioni

Nel settore bancario piace la soluzione proposta dal governo in Parlamento che istituisce degli arbitri per giudicare, caso per caso, eventuali risarcimenti ai sottoscrittori delle obbligazioni subordinate delle 4 banche. Lo strumento viene definito infatti “costruttivo” mentre non preoccupa una crescita degli oneri a carico del sistema visto che il fondo, finanziato dal fondo interbancario di tutela depositi, ha una dotazione “fino a 100 milioni di euro”. E il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, definisce “di legalità e celere” la metodologia proposta dall’esecutivo sugli arbitri. Patuelli invita a non delegittimare la Banca d’Italia e a lavorare per ricreare il clima di fiducia necessario alla ripresa di cui si vedono i segnali.

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Chi ha titoli e obbligazioni delle banche fallite (Repubblica, 10 dicembre 2015)

Il Codacons e le altre associazioni dei consumatori hanno invece già annunciato ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato. L’arbitrato che deciderà quali risparmiatori hanno diritto al rimborso degli investimenti, indipendentemente se istituito presso la Consob o altri organi, “è illegale perché contrario alle disposizioni della Corte di Cassazione in materia, e in quanto tale sarà bloccato dal Codacons dinanzi al Tar del Lazio”, sostiene Lannutti.

Leggi sull’argomento: Il decreto sulle banche è incostituzionale?

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